Nella letteratura d'Occidente, e in particolare in quella tedesca - da Goethe, Lessing, Novalis, Hoffmann fino a Meyrink, Rilke, Mann, Hesse, Kafka, Jünger -, si delinea uno straordinario itinerario poe¬tico, che intuisce nella scrittura lo strumento, affidato all'uomo nella moder¬nità, per realizzare un'esperienza intima e trasformare la letteratura in una possibilità di illuminazione, tanto in essa il pensiero vivente si intensifica. Nelle opere dei grandi maestri della letteratura tedesca moderna si scorgono sentieri spirituali da loro stessi costruiti, ideati, raffigurati, che conducono a nuovi stati della coscienza dell'essere, a una possibile trasmutazione: l'in¬treccio tra scrittura ed esoterismo si spinge sino all'identificazione, dove la letteratura è iniziazione.
Goethe aderì, nel 1780, alla loggia Anna Amalia delle tre rose. Nel 1781 divenne "compagno" e nel 1782 "maestro". Ma poi successe qualcosa d'imprevisto: le lotte interne nella massoneria tedesca si ripercossero anche nella loggia di Weimar che "entrò in sonno", chiuse i battenti per una ventina di anni. Goethe continuò a interessarsi della attività massonica: nel dicembre 1782 fu iniziato agli "alti gradi", mistici e spiritualistici, e nel febbraio 1783 aderì alla "concorrenza" entrando nell'ordine degli Illuminati, radicali e laici. La più autentica elaborazione della concezione massonica la dobbiamo cercare nelle sue opere: alcune specificamente massoniche, come "I segreti", "Il Flauto Magico" (continuazione dell'opera mozartiana), il dramma "Il gran cofto", nonché in varie liriche, ma soprattutto nel romanzo "Wilhelm Meister" - il vero monumento settecentesco alla massoneria - e nel "Faust", l'estremo poema universale incentrato sulla magia e sul suo superamento spirituale, un tema appassionatamente dibattuto tra Illuminati e illuminés, che non ha perso la sua attualità.