"Il cane di Diogene", la monumentale opera satirico-autobiografica di cui il presente volume costituisce un capitolo, è uno dei "casi letterari" irrisolti del Seicento italiano. Il suo autore, il genovese Frugoni, rappresenta uno dei primi sperimentatori della forma del "romanzo" in lingua italiana. Le vicende, narrate in prima persona, del cane Saetta scacciato dal filosofo Diogene e passato a successivi padroni, descrivono un mondo caleidoscopico, una sfilata di personaggi contro cui si scaglia il moralismo anticonformista dell'autore. Il cane Saetta si rende conto delle miserie degli uomini e nei suoi "latrati" dà voce alla sua pena e alla sua carica polemica.