Ai nostri occhi può sembrare strano che i trionfi dell'Impero romano venissero allora attribuiti soprattutto a sette oggetti gelosamente custoditi nei penetrali dei templi dell'Urbe, e che dalla loro presenza si facesse dipendere la durevolezza e l'invincibilità di quel mondo. Eppure, già in epoca regia e, guardando a Costantinopoli, ancora dopo la caduta dell'Urbe, i Romani credevano fermamente che quegli oggetti - doni prodigiosi, testimoni della benevola volontà soprannaturale, reliquie magiche e arcane - fossero i veri fautori dell'ordine e dell'eternità dell'imperium, le sue autentiche e sicure fondamenta. Di quei talismani, e della loro tutela occulta e simbolica, racconta questo libro di Mino Gabriele, che ripercorre storie e leggende, discerne il vero dal falso, riesce a cogliere i significati manifesti e quelli nascosti attraverso l'esame critico delle fonti letterarie e dei riscontri archeologici, ricostruendo così un irripetibile, straordinario patrimonio di miti. E per il lettore, anche grazie alle immagini che arricchiscono il volume, sarà un viaggio appassionante nel mondo sacro degli antichi, dove il credibile e l'incredibile convivevano in sorprendente e ordinaria comunione.
Da un bassorilievo del II secolo al quale si ispirarono – senza mai menzionarlo – diversi artisti cinquecenteschi alla raffigurazione di un drago immortale le cui radici risalgono fino a un antico dramma indiano; da un raro amuleto giudaico-cristiano del XVI secolo – subito condannato dalla Chiesa – alla singolare incongruenza astrale, coniugata con la teoria dei quattro elementi, del ciclo decorativo del celebre Studiolo di Francesco I de’ Medici: quattro storie raccontano la sorprendente migrazione delle immagini simboliche attraverso tempi e luoghi distanti – un cammino che non ha diluito i pensieri e le idee che a quelle immagini hanno dato forma, ma ne ha anzi arricchito la trama concettuale.
La comprensione della tradizione alchemica occidentale dipende inevitabilmente da quella del suo linguaggio simbolico, dalla decrittazione del suo mirabile vocabolario per immagini. L'intento del volume è proprio questo: indagare e cogliere il senso dottrinale del sapere alchemico attraverso l'interpretazione degli stessi testi e figure che l'hanno trasmesso dal Medioevo al XVII secolo. Si cerca così di individuare la genesi formale e concettuale delle complesse trame metaforiche che informano il lessico "ermetico", come le sue coniugazioni scientifico-filosofiche e mistico-operative. L'iconologia, utilizzata con la dovuta attenzione ermeneutica e filologica, ha soccorso e guidato il lavoro dell'autore, anche allo scopo di individuare una metodologia rigorosa e credibile, necessaria ad uno studio dell'alchimia svincolato dagli equivoci prodotti spesso, specialmente nell'ambito della storia dell'arte, da improvvisati "esegeti" dell'"esoterismo".