"Malgrado la sua debolezza umana, fu costituito espressamente da Cristo al primo posto fra i Dodici e chiamato a svolgere nella Chiesa una propria e specifica funzione. Pietro è la roccia sulla quale Cristo edificherà la sua Chiesa; è colui che, una volta convertito, non verrà meno nella fede e confermerà i fratelli; è il Pastore che guiderà l'intera comunità dei discepoli del Signore" (Giovanni Paolo II). Attraverso la finzione letteraria del racconto l'autore, che resta fedele alle pagine del Nuovo Testamento e alla solida tradizione della Chiesa, presenta la figura del pescatore di Galilea nella sua piena umanità e nella maturità della vita lo porterà a dare la sua bella testimonianza di fede in Cristo e del suo amore per la Chiesa. Le pagine di questo racconto sono come fotogrammi di una vita che sa di custodire il tesoro in un fragile vaso di creta. Pietro è l'Apostolo più grande, perché tanto ha amato il Signore, ma anche tanto vicino alla nostra esperienza umana e cristiana fatta di notte e di travaglio interiore. È l'uomo della sequela e nella sua vita si vede, meglio che in altre, come quell'evangelico seme è accolto ora sulla strada, ora fra le spine, ora fra i sassi, ora nel terreno fertile. "Egli appare nei Vangeli con un carattere deciso ed impulsivo; egli è deciso a far valere le proprie ragioni anche con la forza. Al tempo stesso è a volte ingenuo e pauroso, tuttavia onesto, fino al pentimento sincero" (Benedetto XVI).
Francesco Mottola nasce a Tropea (VV) il 3 gennaio 1901. Cresce in un ambiente famigliare profondamente cristiano e piano piano si fa largo nel suo cuore il seme della vocazione sacerdotale. A dieci anni entra nel Seminario vescovile di Tropea. Nell'ottobre 1917, entra nel Seminario regionale "Pio X" di Catanzaro per completare gli studi e il 5 aprile 1924 viene ordinato presbitero. Subito dopo partecipa al concorso a parroco di Parghelia (VV) e lo vince, ma l'esperienza nella parrocchia dura solo un mese, dovendo rinunciarvi per motivi di salute. Dal 1929 al 1942 è chiamato a dirigere il Seminario vescovile di Tropea. Fonda i Sacerdoti Oblati (1930) e le Oblate del Sacro Cuore, ai quali affiancherà, in seguito, anche gli Oblati Laici. Nel 1931 è nominato Canonico Penitenziere della Cattedrale. Per attuare il suo sogno di "Carità integrale" crea le "Case della Carità" per ospitare bambini e anziani, poveri e disabili. Nel 1942 è colpito da una paresi che gli toglie persino l'uso della parola. Nonostante la sofferenza quotidiana, Don Mottola accetta con amore e speranza il sacrificio e la croce e continua instancabilmente la sua efficace e generosa azione pastorale. Muore santamente il 29 giugno 1969 a Tropea, nella sua casa paterna. È stato dichiarato Venerabile da Benedetto XVI il 17 dicembre 2007.