Achille Gagliardi (1538-1607) è un gesuita italiano della generazione immediatamente successiva alla morte di sant'Ignazio. Assai rinomato al suo tempo, svolse incarichi di insegnante, direttore spirituale e superiore nella Compagnia di Gesù. In questo libro presenta il discernimento come luogo in cui l'anima scopre la verità di sé grazie alle mozioni interiori che lo Spirito vi suscita.
Achille Gagliardi (1538-1607) è un gesuita italiano della generazione immediatamente successiva alla morte di sant'Ignazio. Assai rinomato al suo tempo, svolse incarichi di insegnante, direttore spirituale e superiore nella Compagnia di Gesù. In questo libro presenta il discernimento come luogo in cui l'anima scopre la verità di sé grazie alle mozioni interiori che lo Spirito vi suscita.
Il Direttorio spirituale (Praxis cultus interni) fu scritto a Milano nel 1590 e destinato all’uso pratico dei formatori e di coloro che si applicano al cammino di perfezione. Ma è uno strumento utile anche per chi si trova nella necessità di riprendere vigore spirituale, particolarmente per coloro che percorrono la “via purgativa”. La fonte della dottrina esposta nell’opera è costituita in primo luogo, naturalmente, dagli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola.
Achille Gagliardi (1538 o 1539 1608), gesuita della seconda generazione, teologo, predicatore e soprattutto direttore spirituale, fu autore di una ponderosa produzione ancora in gran parte inedita. Con il Breve compendio di perfezione cristiana ebbe un influsso decisivo sul cardinale Pierre de Bérulle; attraverso di lui, la sua dottrina ebbe un peso determinante sulla spiritualità francese e non solo. Fu riscoperto nel sec. XIX ad opera di Jan Philip Roothaan, preposito generale fra il 1829 e il 1853, che dispose la pubblicazione di alcuni suoi scritti sulla dottrina spirituale della Compagnia di Gesù.
La Parola di Dio continua sempre a interpellarci e a richiedere un discernimento che, in alcuni casi, e veramente difficile. Il profeta pensieroso, anzi rattristato, raffigurato assieme ad altri nella cappella sistina di michelangelo, e`geremia, che si lamenta sulla sorte che si abbattera su gerusalemme