Questo libro affronta un aspetto poco indagato della cultura letteraria, il non detto, e dalla dimostrazione che un buon racconto è un racconto che sa tralasciare qualcosa arriva a identificare l'idea stessa di letteratura con quella di lacunosità. La nozione di "lacuna", assunta a principio di metodo, serve a ridefinire concetti cardinali come scrittura, testo, trama, lettura, stile, realtà e realismo, verità, conoscenza, piacere, interpretazione, impegno, libertà, e il complesso rapporto tra letteratura e vita. Gardini raccoglie e analizza un'affascinante varietà di fonti (Aristotele, Platone, Cicerone, Seneca, Dante, Manzoni, Stendhal, Flaubert, Proust, Henry James, Virginia Woolf, Nietzsche, Thomas Mann, Conan Doyle, Simenon, Yourcenar ecc.), collegando gli esempi in sorprendenti sintesi e scoperte. Ne esce per la prima volta il profilo di un'estetica fondativa, lunga secoli. Ma soprattutto risulta che il lacunoso è uno dei paradigmi più vivaci della nostra immaginazione, e un bene da coltivare. Con "Lacuna" Gardini afferma con vigore la missione conoscitiva della letteratura e, al tempo stesso, fornisce una prova saggistica molto originale, coniugando l'impegno nella ricerca alla chiarezza.
L'Italia che cambia degli anni settanta non sembra aver voglia di cambiare in via Icaro 15, Milano. Sì, certo, l'eco arriva anche lì ma Elvira, la portinaia, è, come un secolo prima, alla mercé di inquilini gretti, litigiosi, pettegoli. Un universo di maligne ottusità e luoghi comuni che tuttavia diventa teatro del mondo nell'immaginazione duttile e porosa di Chino, il figlio adolescente di Elvira. Quando, al quinto piano, prende casa Amelia Lynd, un'anziana signora dall'incedere altero, maniere impeccabili, madrelingua inglese, Chino ne avverte subito il carisma e ne diventa adorante discepolo. Da dove viene? Cos'ha da nascondere? Qual è il suo segreto? Gli inquilini la mettono al bando, la ostracizzano. Chino si muove, con una sorta di strana ebbrezza, fra i sogni combattivi della madre - diventare proprietaria di uno degli appartamenti abitati dai suoi aguzzini - e le utopie della nuova madre-maestra dalla quale apprende la magia delle parole, le parole che raccontano e le parole che semplicemente dicono. Proprio allora la commedia quotidiana cede al dramma e le vicende di via Icaro e della sua portineria subiscono una fortissima accelerazione. E Chino deve imparare più in fretta, di che passioni, di che ambizioni, di che febbri è intessuta la vita.
Nicola è un giovane studioso. Ha una laurea italiana e un dottorato americano. Tutto ciò che desidera è concentrarsi sulle sue ricerche, condividerle con altri studiosi, trasmettere ai più giovani ciò che ha imparato dai suoi maestri. Ma in Italia non è possibile. Perché l'università italiana è sempre meno il luogo della ricerca, dell'insegnamento, della trasmissione del sapere. Nell'università italiana non governano il merito e la competenza. Nell'università italiana governano i "Baroni": uomini di potere abituati a gestire l'Accademia come un giocattolo personale, a premiare la fedeltà anziché la libertà, a preferire un mediocre candidato "locale" a un ottimo candidato "esterno". In barba all'interesse degli studenti e anche all'interesse generale. Questo libro è un documento unico. È una denuncia e una confessione. Ma soprattutto è una storia vera: il racconto paradossale e a tratti kafkiano di dieci anni passati a barcamenarsi tra concorsi veri o fasulli, promesse fatte e non mantenute, vessazioni inutili, cose non dette o cose mandate a dire. Dove tutto conta tranne ciò che dovrebbe contare: l'originalità della ricerca, la dedizione all'insegnamento. Il lieto fine è purtroppo amaro. Perché Nicola diventa professore a Oxford, dove vince un concorso pur non avendo conoscenze. E l'Italia perde l'ennesimo "cervello", l'ennesimo studioso regalato a un paese che non ha speso nulla per formarlo ma che ne sa mettere a frutto doti e lavoro.
Con il suo formato anticonvenzionale, che presenta i libri selezionati in ordine alfabetico e non cronologico, una varietà di approcci critici e uno stile limpido quanto appassionato, questo libro evita formule ed etichette accademiche mettendo in evidenza, attraverso la lettura ravvicinata, l'originalità rivoluzionaria dei singoli libri. Di pagina in pagina scaturiscono suggestioni, riflessioni, «incontri» rivelatori; nuove prospettive si aprono all'interpretazione; dettagli apparentemente marginali si dimostrano essenziali e ricchi di senso. Ne risulta un'immagine inedita di letteratura italiana: la letteratura di una nazione che, attraverso l'esercizio delle parole, ha sviluppato il pensiero e l'impegno civile, meditando sull'essenza degli individui e della società, convinta che libri e biblioteche siano un baluardo sicuro contro il dilagare dell'ingiustizia e dell'egoismo e una delle vie principali al raggiungimento della felicità.
Con uno stile chiaro ed esatto e una selezione di passi spesso sorprendenti questo libro offre al lettore una guida ideale per orientarsi nell'intricato panorama delle scoperte e delle creazioni fantastiche che hanno segnato l'inizio della modernità.
«Il Rinascimento ha concettualizzato il valore del tempo umano, quello che tinge le cose e le consuma e imbianca i capelli e copre i corpi di segni; il tempo in cui si nasce e ci si sviluppa e si acquista un volto e lo si perde per sempre. Il Rinascimento ha attribuito un significato alle ore, agli istanti, alle scadenze; al passare dei giorni, delle famiglie e degli imperi». Queste righe dànno un'idea del tipo di indagine che Rinascimento propone. Attraverso un riesame delle interpretazioni piú rilevanti, comprese le prime occorrenze dell'immagine palingenetica, e alla luce di numerosi esempi letterari - antichi e moderni, noti e meno noti - si definiscono i simboli di tutta una nuova sensibilità, dominata dalla coscienza della perdita e dall'amore del frammento. Il Rinascimento non va ridotto semplicemente al senso metaforico del termine, come hanno fatto troppo a lungo i dibattiti dei critici, ma incarna una cultura storica che ha collocato l'esperienza vissuta al centro di qualunque discorso, e risposto anche agli eventi piú distruttivi, finché ha potuto, con la sua fiducia nel confronto tra i diversi punti di vista e nel libero pensiero.
Con uno stile chiaro ed esatto e una selezione di passi spesso sorprendenti questo libro offre al lettore una guida ideale per orientarsi nell'intricato panorama delle scoperte e delle creazioni fantastiche che hanno segnato l'inizio della modernità.
Nicola è un giovane studioso. Ha una laurea italiana e un dottorato americano. Tutto ciò che desidera è concentrarsi sulle sue ricerche, condividerle con altri studiosi, trasmettere ai più giovani ciò che ha imparato dai suoi maestri. Ma in Italia non è possibile. Perché l'università italiana è sempre meno il luogo della ricerca, dell'insegnamento, della trasmissione del sapere. Nell'università italiana non governano il merito e la competenza. Nell'università italiana governano i "Baroni": uomini di potere abituati a gestire l'Accademia come un giocattolo personale, a premiare la fedeltà anziché la libertà, a preferire un mediocre candidato "locale" a un ottimo candidato "esterno". In barba all'interesse degli studenti e anche all'interesse generale. Questo libro è un documento unico. È una denuncia e una confessione. Ma soprattutto è una storia vera: il racconto paradossale e a tratti kafkiano di dieci anni passati a barcamenarsi tra concorsi veri o fasulli, promesse fatte e non mantenute, vessazioni inutili, cose non dette o cose mandate a dire. Dove tutto conta tranne ciò che dovrebbe contare: l'originalità della ricerca, la dedizione all'insegnamento. Il lieto fine è purtroppo amaro. Perché Nicola diventa professore a Oxford, dove vince un concorso pur non avendo conoscenze. E l'Italia perde l'ennesimo "cervello", l'ennesimo studioso regalato a un paese che non ha speso nulla per formarlo ma che ne sa mettere a frutto doti e lavoro.
Questo libro racconta la storia di un uomo che vede suo padre, ammalato d'Alzheimer, trasformarsi in uno sconosciuto. Lo accompagna a passeggiare nel parco, lo studia mentre siede inebetito davanti al televisore. E scopre - via via che la malattia avanza - un padre poco amato e poco amabile, sconosciuto, in realtà, da sempre. Mentre l'esistenza e la memoria del malato si sgretolano, affiorano pezzi di una vita segreta, fino a che una lettera rivela l'esistenza di una persona: un secondo figlio nato in Germania prima che il padre si sposasse; un fratello, un altro sconosciuto, che improvvisamente si fa vivo con la curiosità di chi a sua volta vuole conoscere e farsi conoscere.
Una breve storia del lirismo occidentale in lingua volgare distinto in due diversi generi: la lirica classica (dai Provenzali al Settecento) e la lirica postclassica (quella successiva alla svolta romantica, tuttora praticata). Il volume illustra quel fondamentale passaggio dal primo al secondo genere lirico e traccia le linee principali di quella tradizione lirica in nome della quale questi due generi distinti ancora oggi sono percepiti come uno solo. Poeti e opere sono considerati nei loro contatti con altre personalità e con altri testi.