Due donne ebree e due ex soldati dell'esercito britannico si ritrovano a Tel Aviv dopo più di mezzo secolo. Giovanissimi erano stati amanti, ma le passioni a quanto pare non vengono mitigate dal tempo, al punto che quando, dopo una settimana, Edward O'Leary muore, ci sono troppi punti oscuri perché si possa pensare a un decesso naturale. Lotte Pearl sale sul taxi che la porterà al cimitero per assistere al funerale del suo amante di un tempo con il cuore carico di ricordi e la paura di finire anche lei assassinata. Il tassista si chiama Eitan Einoch, detto Tanin. Mai amicizia fu più improbabile: un'anziana signora dai modi eleganti e un quarantenne divorziato, pugile per passione e tassista con velleità da investigatore. Eppure Tanin, insieme all'amico Bar, inizierà un'indagine che finirà per riportare alla luce una vicenda dimenticata avvenuta in uno dei periodi più delicati della storia dello Stato d'Israele, gli anni quaranta che segnarono il passaggio dal Mandato britannico all'Indipendenza. Per risolvere il caso e proteggere Lotte, Tanin non trascurerà nulla, nemmeno quei destini anonimi di cui la Storia si nutre e che travolge e nasconde. "Le diciotto frustate" è un libro che con i ritmi incalzanti del giallo unisce la leggerezza della sensualità alle fragili vicende di esseri umani vittime delle proprie passioni - «del resto cosa siamo se non una banda di ego feriti e bisognosi di cura».
Su una collina rocciosa, circondata da un paesaggio biblico, sorge l'avamposto Maalé Chermesh C. Per il governo israeliano non esiste, ma per l'esercito va difeso. Il suo fondatore coltiva asparagi, pomodorini e rucola, alleva pecore e cresce la sua numerosa famiglia mentre, aggirando la burocrazia e manipolando politici, riesce ad attirare altri coloni e a ottenere nuovi caravan da abitare. In pochi anni l'avamposto diventa una realtà ben radicata in quell'area contesa tra arabi ed ebrei. Questo romanzo corale ci svela le vite degli abitanti dell'avamposto, ognuno alla ricerca di una propria via nel mondo; traccia con arguzia le dinamiche politiche che governano la realtà delle colonie; racconta in modo brillante le diverse componenti della società israeliana, un caleidoscopio di tanti colori che nonostante le tensioni che lo animano non si frantuma mai.