Tarcisio Geijer, monaco certosino, testimonia come la preghiera sia un desiderio più semplice di quel che immaginiamo: "In senso proprio è un contatto intimo da persona a Persona". Nell'inedito che viene pubblicato a oltre vent'anni dalla sua morte, p. Tarcisio propone un "galateo" dell'anima orante, preoccupato che nessuno si disperi per gli insuccessi o al contrario s'illuda per i progressi: "Pregare richiede un notevole dispendio psichico, cioè un vero abbandono, per saper accettare il presente e la situazione nella quale ci troviamo". Nella Introduzione Firmino Bianchin e Giordano Remondi redigono un breve profilo di un certosino per il quale i confini istituzionali non erano rigidi, come capita a chiunque faccia esperienza dello Spirito.