La necessità di sostituire gli attuali veicoli azionati da motori termici con veicoli elettrici per raggiungere una mobilità eco-sostenibile è diventata un argomento alquanto divisivo. C'è chi ritiene che soltanto così si possano ridurre le emissioni inquinanti e di gas serra - secondo i più estremisti, si possa «salvare il mondo» - e chi sostiene che si tratti di un'inutile operazione ideologica, che impoverirà la nostra società, in particolare quella europea, senza raggiungere alcun risultato utile. Anche la politica si è impadronita di questo tema, dividendosi in una sinistra «progressista» - che propone (e ha fatto approvare in Europa) il bando dei motori termici entro un termine incredibilmente vicino (2035) - e in una destra «conservatrice» che tenta di far annullare o quanto meno di far slittare questa decisione. Eppure il problema non è politico o ideologico, ma prettamente «tecnico». Questo breve saggio vuol approfondire proprio tale aspetto, cercando di rispondere ad alcune domande essenziali: la tecnologia del veicolo elettrico è sufficientemente evoluta da consentire una produzione su larghissima scala? I veicoli elettrici attualmente realizzabili sono effettivamente in grado di ridurre l'inquinamento e le emissioni di gas serra, o avranno l'effetto opposto? Quali sono le conseguenze sociali e persino geopolitiche di una completa elettrificazione dell'attuale parco veicoli?
La tecnologia è antica quanto la specie umana e ci ha profondamente plasmato, influenzando la nostra evoluzione, tanto che non riusciamo neppure a immaginare come potrebbe essere la nostra vita in un mondo non trasformato dall'uomo. Fin dalla preistoria, in ogni angolo del pianeta l'homo sapiens ha agito sull'ambiente circostante, realizzando strumenti sempre più raffinati. Soltanto in Occidente, però, questo processo ha intrecciato il proprio cammino con quello della scienza, generando un rivoluzionario ciclo di innovazioni che ha letteralmente proiettato il genere umano «oltre l'orizzonte». Cos'ha reso possibile questa rivoluzione tecnologica? Secondo gli autori, a rivestire un ruolo decisivo è l'incontro tra filosofia greca e razionalismo spirituale giudaico-cristiano, verificatosi per la prima volta nel Medioevo europeo. A dispetto dei luoghi comuni, infatti, è da lì che il progresso tecnologico ha iniziato ad accelerare fino alla velocità vertiginosa dei nostri giorni, senza peraltro smettere di suscitare riflessioni e discussioni riguardo alle possibili ricadute sulla nostra vita e su quella del pianeta. Questo libro, accessibile anche ai lettori non specialisti, si inserisce autorevolmente nel dibattito sul valore e l'importanza della tecnologia per lo sviluppo umano e sul futuro della nostra civiltà.
L'idea che l'uomo non sia l'unica forma di vita nell'universo è molto antica, ma è solo dagli anni '60 del '900 che l'argomento, da oggetto di speculazione filosofica e teologica, è divenuto centro di serie indagini scientifiche da parte della bioastronomia e dell'astrobiologia. Nonostante la scienza proceda con cautela e i risultati delle ricerche siano stati fino a oggi piuttosto deludenti, l'opinione pubblica pare non avere dubbi: varie stirpi di extraterrestri visiterebbero il nostro pianeta intrattenendo contatti con gli umani; tracce del loro passaggio sarebbero chiaramente rintracciabili in fonti storico-archeologiche e, per di più, ciò sarebbe ben noto ai governanti del mondo che terrebbero nascosta la verità per sete di potere. Ma è veramente possibile oggi dare risposta alla domanda: "Siamo soli nell'universo?". Attraverso un'approfondita analisi scientifica e storica, demistificando le più diffuse idee sull'argomento, e senza rinunciare a un tocco di ironia, gli autori fanno chiarezza su un tema attualissimo e quanto mai controverso, che in realtà tocca il profondo desiderio dell'uomo di varcare i confini del conosciuto.
L’idea che l’uomo non sia solo nell’universo è antica, anzi si perde nelle nebbie della mitologia. Oggi però l’uomo ha faticosamente preso coscienza dello spazio siderale che lo circonda e le domande sull’esistenza di altri esseri intelligenti non sollevano più (soltanto) questioni di tipo antropologico, religioso o filosofico, ma pongono innanzitutto questioni di tipo scientifico. Se c’è un sostanziale accordo tra gli scienziati sulla presenza di forme di vita fuori della Terra, molto più problematico è l’interrogativo se esistano altri esseri intelligenti, visto che per alcuni l’intelligenza è il normale sbocco della vita, mentre per altri è un’anomalia transitoria verificatasi sul nostro pianeta. Per il momento non abbiamo trovato alcuna prova che la vita, come noi la conosciamo, esista altrove, ma è anche vero che sulla Terra la vita ha attecchito ovunque, e il nostro pianeta, il nostro sistema solare, la nostra galassia sono semplici parti dell’universo e non c’è motivo di ritenerli in qualche modo eccezionali. Questa è una contraddizione difficile da spiegare e, per la scienza, una delle sfide più importanti del nuovo millennio. Ora infatti, per la prima volta nella sua storia, dopo infinite ipotesi e suggestive teorie, l’uomo ha a disposizione i mezzi tecnologici per tentare di trovare una soluzione e giungere alla verità.
L'AUTORE
Giancarlo Genta, nato a Torino nel 1948, è Ordinario di Costruzione di Macchine presso il Politecnico del capoluogo piemontese. Socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino e membro dell’Accademia Internazionale di Astronautica, ha all’attivo più di duecento articoli pubblicati sulle più importanti riviste scientifiche internazionali e numerosi volumi, in italiano e in inglese. Tra essi ricordiamo Vibration Dynamics and Control (Springer, 2009), Space, the Final Frontier? (scritto con Michael Rycroft, edito dalla Cambridge University Press nel 2003) e La culla troppo stretta - Le frontiere naturali dello spazio (Paravia, 2000). I suoi interessi spaziano dalla progettazione statica e dalla dinamica delle macchine ai sistemi spaziali, alla meccatronica e alla robotica. Genta è presidente del «Centro Italiano Studi SETI», una piccola associazione privata che si occupa di quel filone di ricerca normalmente detto SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) che si dedica alla ricerca della vita nel cosmo, in particolare della vita intelligente.