Una infanzia dorata è interrotta a causa della guerra. È il 1940. Subito incominciano i bombardamenti su Torino e le città del nord. Inizia cosi una nuova vita per la protagonista, allora bambina, costretta a fuggire da un mondo cittadino ricco di interessi per sfollare in un ambiente rurale. Le vicende, narrate in uno stile insolito, a volte scanzonato e ironico, a volte dolente e accorato, riguardano un periodo di undici anni, dal 1934 al 1945, dal prima al dopo guerra. La bambina è coinvolta in vari eventi. Nell'estate del 1943 è a Trana dove l'esercito tedesco sta per fucilare per rappresaglia una persona alla quale è molto affezionata, e lei stessa implora il comandante tedesco di non ucciderla. Nessuno verrà fucilato, ma lei e i suoi genitori sono presi in ostaggio. Nel 1945 la Wehrmacht in rotta occupa la sua casa di sfollata. A guerra finita tornerà in città. Ma solo per assistere alla morte delle due persone che ama di più. E il suo "Ragnarök", la morte dei suoi dèi, dopo un "gelido inverno durato tre anni". Troverà un rilevante sostegno negli scrittori del "secolo d'oro della letteratura russa": veri maestri di vita.
Esiste un'"altra Germania" lontana dalla nazione di ferro capace di risorgere dopo la Seconda guerra mondiale e diventare la potenza egemone in Europa. Comprende le cinque province della ex DDR e si estende dalla Pomerania-Meclemburgo, sul Mar Baltico, fino alla Sassonia sita nella parte più a sud. Dopo la caduta del regime comunista "nessuno aveva chiesto alle popolazioni che abitano nella parte geograficamente più ad Est, se volevano appartenere a una qualche specifica nazione, o se preferivano costituirsi in stato autonomo", e cosi la "Germania numero due" venne integrata a quella ufficiale. Se questo ha dato vita a una nazione unica, le Heimaten ("patrie") sono rimaste sempre due. Come poteva essere altrimenti, dato che, per buona parte delle terre dell'Est, Berlino era soltanto un luogo lontano, visto a malapena in televisione? Attraversando "paesaggi naturali grandiosi", incontrando cittadini nostalgici e riscoprendo i solchi che la storia ha lasciato su quelle terre, Tilde Giani Gallino ci mostra una nazione "fastosa e inattesa" ma che è ancora costretta a vivere all'ombra di quella che sta dominando l'Europa.
I bambini piccoli usano il disegno per arricchire con le immagini le storie che raccontano a se stessi, attingendole dal loro ricco mondo interiore, proprio come nel gioco del ''far finta che''. Quelli più grandi raffigurano invece l'universo esterno, nel modo in cui lo percepiscono. L'autrice ci illustra le caratteristiche del disegno infantile, che hanno entusiasmato anche pittori come Picasso, Kandinskij, Klee, Matisse, Dubuffet, e altri ancora.