La Chiesa non esiste per se stessa, ma è tesa a comunicare il vangelo e dare speranza, camminando a fianco della comunità umana e ascoltando tutti. Suo compito è contribuire a far crescere la società, mantenendo saldo il vangelo di Cristo. Dentro a questa visione, si inseriscono i numeri di "Gaudium et Spes" dedicati alla politica. Concetti quali democrazia, laicità, comunità civile, pluralismo e valori non negoziabili, seppur non esplicitamente affrontati nel Concilio, in realtà trovano in questa costituzione dei riferimenti per il dibattito attuale e per la presenza dei cattolici in politica. Emerge una visione antropologica dei nostri giorni con la quale confrontarsi, perché pone grandi e sempre nuove sfide alla comunità politica.
L'"ecologia integrale" di papa Francesco richiama una conversione cristiana di base, secondo il disegno della fede e il magistero della Chiesa. La lente è quella del Vangelo, teso al recupero di una dimensione completa, solidale, protettiva verso la vita. Nulla può essere estrapolato dal proprio contesto senza che vi siano conseguenze per le altre forme viventi. Le attività umane si legano perciò in un intreccio complesso, a sua volta stretto intorno alla dimensione ambientale. La prospettiva dell'ecologia integrale definita dal pontefice è ampia, profonda e capace di contenere e interagire con la dimensione spirituale: ecco perché i fenomeni ambientali vanno analizzati e sviluppati in connessione al mistero della vita umana.
Negli ultimi decenni gli abusi sessuali del clero sono stati occasione di scandalo in quasi tutti i paesi cattolici, che hanno avviato inchieste indipendenti per misurare l'ampiezza del problema. Solo in Italia e in Spagna le conferenze episcopali si rifiutano di collaborare, all'interno di una Chiesa in cui l'abuso è tuttora considerato una trasgressione del sesto comandamento senza tuttavia che il diritto canonico ne consideri l'effetto e le conseguenze per le vittime. Le autrici di questo libro, redattrici o collaboratrici di "Donne Chiesa Mondo", mensile dell'Osservatore Romano, per la prima volta cercano di capire la situazione italiana, confrontandola anche con quella degli altri paesi, a partire dall'unico archivio sugli abusi disponibile in Italia, quello della "Rete L'Abuso", fondata e diretta da una vittima. Ne emerge un quadro molto preoccupante, di fronte al quale la Chiesa sembra non muoversi. Quali sono state le posizioni dei papi degli ultimi anni, Benedetto XVI e Francesco? E da dove possiamo ripartire? Occorre anzitutto l'esplicita condanna degli abusi e un ripensamento della sessualità, cui segua una riconciliazione con le vittime che passi anche da indennizzi economici per aiutare le persone a ricostruire la propria integrità. Solo così la Chiesa potrà riacquistare credibilità di fronte ai fedeli.
Prendendo spunto dall'enciclica Laudato si', Franca Giansoldati riflette su alcuni temi di capitale importanza per il nostro futuro: cambiamento climatico, risparmio energetico, rispetto del pianeta e dei suoi abitanti, impegno, sostenibilità, inquinamento, lotta all'indifferenza. Si tratta di argomenti sui quali la posizione di papa Francesco e della Chiesa si dimostra straordinariamente all'avanguardia. L'enciclica - divenuta quasi il manifesto dell'ambientalismo cristiano - diventa, in queste pagine, uno strumento che ci insegna come giocare un ruolo attivo, ancorché piccolo, per la salvezza del nostro pianeta, per lasciare alle future generazioni un'eredità viva e un mondo con meno squilibri e più sano.
La notte del 24 aprile 1915 ebbe inizio il 'Grande Male', il Metz Yeghem. Sono passati cento anni dal genocidio armeno. Cento lunghi anni di silenzi colpevoli, di verità non ancora condivise. L'anniversario rappresenta un'occasione per riflettere su una vicenda controversa: la storia oggi interpella i governi per il riconoscimento del genocidio di un milione e mezzo di armeni. La condanna di un crimine simile rappresenta un atto di giustizia verso le vittime, verso la coscienza umana, verso i superstiti.
"Era potente, carismatico, intoccabile. Nessuno poteva immaginare che quel prete segaligno, dallo sguardo un po' stralunato, si sarebbe trasformato in un diablo". La vaticanista e giornalista d'inchiesta Franca Giansoldati comincia con queste parole il racconto della sua indagine sul "caso Maciel": uno degli scandali che più hanno gravato sul pontificato di Benedetto XVI e che ancora preoccupano papa Francesco. Il sacerdote messicano, fondatore della congregazione maschile dei Legionari di Cristo, con oltre 2.000 religiosi e migliaia di adepti, venne sospeso dalle sue funzioni nel 2006 per essersi macchiato di menzogne e reati gravissimi: già sacerdote, si era sposato con due donne, mentendo sulla propria identità, e aveva avuto dei figli; venne poi accusato di abuso sessuale da decine di seminaristi e minorenni; infine, dopo inchieste della magistratura messicana e italiana, fu incriminato per aver raccolto denaro finalizzato a foraggiare un vero e proprio impero di potere e interessi, a cui si sarebbero intrecciate attività illegali legate alla droga e allo sfruttamento della prostituzione. Morto nel 2008, rifiutando gli ultimi conforti religiosi, Maciel ha continuato a far parlare di sé per un fiume di testimonianze e documenti che provano come fosse riuscito a penetrare in Vaticano, ingannando persino Giovanni Paolo II, che del "Legionario" si era sempre fidato. Un personaggio dal fascino inquietante, che in questo identikit viene messo a nudo per la prima volta.