Diario di fuoco, 30 aprile 1963: "Oggi si celebra la vergine senese, colei che per prima m'incendiò dell'amore di Dio". Così scriveva Igino Giordani in una delle sue opere più personali e rappresentative, evidenziando il proprio legame speciale con la santa che seppe, incarnare lo spirito ardente di una li combattente per la fede in un'epoca di odio, veleni e miserie. Fu anche per questa ragione che Giordani scelse di rendere omaggio a Caterina da Siena con una biografia; è un ritratto di Caterina viva, che la segue nelle tappe del suo breve itinerario umano: la preparazione, la contemplazione, l'azione, la passione, la morte. Un ritratto dominato dal binomio "fuoco e sangue", cifra caratteristica della spiritualità della santa senese e che ne riassume la forza, l'intrepidezza, la carità, la grazia, l'umanità.
Una delle più importanti scoperte della vita interiore è che non esiste che un amore, e che questo amore unico, tanto nella verginità che nel matrimonio, dev'essere realizzato alla perfezione. Sono parole che Igino Giordani scriveva nel 1939 e che sembrerebbero anticipare un "commento" alla Gaudium ef spes (1965), oppure indicare le linee di una spiritualità cristiana per il Terzo Millennio. Giordani è così: uomo accanto agli uomini (marito e padre, politico e scrittore) e profeta (studioso e uomo dello spirito). In queste pagine, una sorta di piccolo dizionario costituito da brani tratti dalla sua vasta produzione letteraria, Giordani svetta come cristiano che ha saputo scoprire nella vita di famiglia tutta la profondità e la pienezza della santità. E con violenza evangelica insorge a contemplare l'unità della vocazione cristiana, che trova il suo modello nella Trinità e la sua più autentica espressione nella Famiglia di Nazaret.
«Personalità complessa e dall'ingegno vasto e multiforme... uno dei più illustri scrittori italiani e figura fra le più rilevanti del moderno pensiero cristiano a livello internazionale, apologista, patrologo di grande valore, agiografo, ecumenista, saggista...». Sono, questi, alcuni aspetti della originale e incisiva personalità di Igino Giordani, nato a Tivoli nel 1894 e morto a Rocca di Papa il 18 aprile 1980. Le Memorie d'un cristiano ingenuo, autobiografia scritta per un «atto di carità e allegria» (dalla Presentazione), ripercorrono il cammino "orizzontale" di Giordani, la sua vicenda tra gli uomini, densa di avvenimenti e soprattutto estremamente feconda perché illuminata da una fede fatta vita. Una fede intesa non come rifugio e splendido isolamento dove sublimare i contrasti con gli uomini, bensì capace di spalancare l'anima in dimensione universale su tutta l'umanità e in esigenza di Chiesa, quale la Gaudium et spes doveva configurare per il laicato cattolico.
«Un maestro fra gli scrittori italiani»: così Lagrange definisce Igino Giordani per l'alto vigore del pensiero e lo stile originalissimo, personale, sempre sostenuto, sempre a livello con le tematiche forti che lo caratterizzano: Dio e l'uomo, religione e politica, economia e morale, rivoluzione, cultura... Sulla linea di Tertulliano lo vede Daniel-Rops all'apparire di Segno di contraddizione (1933). Contribuisce al rinascere degli studi patristici con il messaggio sociale del cristianesimo (1945-1947). Fa ricordare Agostino con la sua lettura della storia ne Le due città(1961), mentre l'ecclesiologia di comunione di Laicato e sacerdozio (1964) anticipa temi e conquiste del Vaticano II. Migliaia di articoli in diverse lingue, saggi numerosi, 104 volumi, di cui molti ottengono traduzioni in Europa,America,Asia. Autore consolidato, dunque, e a vasto raggio, oltre che uomo d'azione, testimone coraggioso dei valori di libertà e di pace nelle sue esperienze politiche (con Sturzo e De Gasperi). E tuttavia, al suo curriculum mancava un'opera che permettesse di gettare uno sguardo profondo nella sua anima. La lacuna viene colmata dal presente Diario. Sono confessioni, meditazioni, colloqui con Dio e con l'umanità: ricordano l'uomo e il cristiano, che vive la sua piena laicità nella quotidiana tensione al divino, e che nel Movimento dei Focolari trova la sua collocazione spirituale più matura. Pagine umanissime, dense, efficaci, tra le più belle scritte da Igino Giordani, pagine da qualcuno accostate al Giornale dell'anima di Giovanni XXIII.
Preziosi spunti per la meditazione, attraverso i pensieri di Igino Giordani che invitano alla contemplazione, ma soprattutto all'imitazione di Maria, come modello di santita.
Ho scelto Dio per sempre e solo Lui, nessunissima altra cosa
Il racconto di Sergio, Mario, Ildebrando, che sono i quattromarmocchi" protagonisti di questa storia. In un susseguirsidi aneddoti, l'autore ci apre le porte della sua casa: e un Giordani diverso, "domestico", ben presente nella vita dei propri figli, amorevolmente impegnato nella loro crescita. "
Un libro di un cristiano combattente nel primo conflitto mondiale. Interrogativi provocatori e temi di estrema attualita, tra tensioni e affanni che si respirano ancora in questi giorni.
«In questa opera Giordani dimostra come le norme evangeliche siano state via via applicate alla vita sociale, e le conseguenze che da queste applicazioni derivarono. Espertissimo conoscitore della letteratura cristiana delle origini, la valorizza per trame le conclusioni necessarie al caso specifico, e si giova delle copiose pubblicazioni moderne al riguardo. Ma un lavoro così organico ed esteso a tutti gli istituti e forme dell'attivittrci prima di lui non era stato compiuto. Egli getta così le basi per la costruzione di quella scienza di cui oggi si sente acuto bisogno: il sociologo del cristianesimo che ancora ha da venire, dovrà fermarsi dinanzi a questo libro di Giordani e considerarlo in tutte le sue parti. Il materiale ch'egli ha raccolto con molta oculatezza è sceltissimo, le conclusioni cui giunge sono chiare, precise, corroborate abbondantemente da riferimenti storici. È un lavoro di interesse attuale e di aggiornamento su questioni modernissime, che mette in rilievo la sensibilità di Giordani di fronte alla situazione mondiale moderna».
Un piccolo capolavoro, una specie di testamento spirituale lasciato alla famiglia moderna da Igino Giordani.