Nell'era della globalizzazione, della complessità più che della complicazione, dell'individualismo e della personal communication, riflettere sulla funzione sociale dell'informazione significa soprattutto considerare le conseguenze dell'interconnessione fra politica, economia, finanza e cultura, qui intesa come universo di conoscenze conoscibili. Il saggio analizza il senso autentico dell'attività di mediazione dei «giornalismi». Quattro sono le tesi sostenute nel libro. La prima è che, pur nell'evoluzione dei modelli tradizionali a vantaggio di nuove categorie interpretative (dal citizen journalism al data journalism, dal brand journalism alle all news) resta esclusiva la capacità dell'informazione di ricercare, indicare e perseguire quell'orizzonte di senso che nessun altro può garantire. La seconda tesi, relativa al rapporto fra giornalismo e politica, è che più che sulla quantità occorre puntare sulla qualità, se si vuole implementare il livello di democrazia di un Paese. La terza tesi è che l'informazione deve interpretare anche la funzione di arbitro fra politica ed economia, contribuendo a mettere un argine alla prevaricazione della finanza. La quarta e ultima tesi è che nel ventunesimo secolo l'acquisizione della conoscenza da parte del pubblico (interattivo e non più solo attivo) coincide in larga misura con la fruizione di contenuti mediali. E questo dilata la responsabilità dei mezzi di informazione.
La fabbrica delle notizie, con i suoi vizi e le sue virtù, messa a nudo con lucida precisione da un giornalista televisivo che ne conosce i meccanismi e i protagonisti. Un saggio rigoroso e documentato che affronta i nodi cruciali del mondo dell'informazione e della comunicazione: realtà e notizie, giornalisti e audience, media e potere, fatti e opinioni. Descrive come nasce una notizia e come viene scelta, come si attinge alle fonti e quando si agisce in modo distorto e calcolato. È uno strumento di lavoro per chi opera nel settore, ma anche un manuale di sopravvivenza per i lettori, i telespettatori e i radioascoltatori. In queste pagine il pubblico è considerato parte integrante del sistema mediatico.