"Giochi di fuoco", letterale traduzione italiana di Jochi 'i focu, è ancora l'espressione usata in Sicilia, ma anche nel meridione d'Italia, per i "fuochi d'artificio". La piccola protagonista di queste memorie aveva visto tante volte il cielo notturno sullo Stretto che fioriva di luci e colori, sempre a prezzo di fragori e schianti. Come distinguere, poco più tardi negli anni, nello stesso cielo, il diverso effetto delle stesse luci, degli stessi schianti? Tutti i bambini sono abituati a passare senza interruzioni dalle urla di paura alle grida di gioia, dal pianto al riso. Nessuno di loro è in grado di separare la realtà dalla fantasia. Così è stato facile, e talvolta anche piacevole per i piccoli, lasciare la quotidianità regolata dal controllo e dalla "buona educazione" per rifugiarsi in un fienile, accettare l'esperienza del collegio, tornare ad abitare una città, Messina, che circa tremila bombardamenti aerei avevano resa irriconoscibile, e lì, poi, un giorno dopo l'altro crescere mentre i grandi ricostruivano e tutti, grandi e piccoli, ritornavano alla modesta misura del privato. In un tempo che ha segnato per il mondo intero una fine epocale; a ripensarlo oggi, quasi archeologico. Si cresceva più lentamente, si continuava a lungo a confondere - è deprecabile? la realtà con la fantasia. Quanto a lungo? Almeno fino alla soglia dell'Università, sembra dire questo romanzo di memorie.
Nella Palermo tra la fine del 1800 e i primi decenni del 1900, quando Franca Florio è la regina delle feste che attraggono l'ultima aristocrazia europea, un interessante mondo sommerso lascia, ben nascoste, le proprie tracce. In un palazzetto di via Principe di Belmonte, oggi scomparso, l'architetto Giuseppe Damiani Almeyda ha creato per la propria famiglia un'oasi dorata, un sontuoso, articolato appartamento circondato dal giardino. Nel salone di ricevimento amici e conoscenti, artisti ed intellettuali si alternano con le ragazze Damiani in esecuzioni di musica da camera, prove generali di pubblici concerti, letture poetiche. Angelina, la figlia minore, vivacissima, dotata di una forte sensibilità artistica, di eccezionale intelligenza, vive una infanzia ed una adolescenza felici fino al giorno del suo matrimonio precoce. Un imprevisto ed imprevedibile capovolgimento di vita rischia allora di spegnere tanta straordinaria esuberanza. Giovanissima moglie e madre esemplare, cade in una segreta disperazione interiore che la scrittura poetica o meditativa rivela, ma non risolve, fino a quando una drastica determinazione: "solo la santità può salvarmi", diventa l'inizio di un percorso eccezionale, al cui esito non ancora risolto, questo libro, dotato di un rigoroso apparato documentario, conta di dare un contributo.