Un economista e un biologo dialogano sulla loro esperienza di fede. Partendo dalla ragionevolezza della fede cristiana e dalla considerazione di come la ricerca, scientifica e sociale, abbia la necessità di allargare i confini della ragione, il dialogo offre al lettore informazioni sulla regolazione della sintesi proteica e l'economia di mercato. L'esperienza di fede scaturita da tali considerazioni reclama poi un coinvolgimento più personale degli autori, da cui emergono le loro (non lievi) differenze culturali e politiche, ma anche l'irriducibilità dell'esperienza di Dio.
Alessandro Giuliani e Carlo Modonesi sono due uomini di scienza dotati di un ottimismo che poggia sul raffinato "canone" artigiano che da Galileo in poi ha ispirato la grande tradizione scientifica nel "penetrare" il mondo naturale.
Una natura che per altro non è contemplata solo dalla scienza, ma anche dall'arte e dalla spiritualità.
Il mantenimento e l'abbandono di quel canone comporta la differenza tra la bella e la brutta scienza. Tale mantenimento è un compito di primaria importanza, soprattutto in questi tempi in cui le scienze naturali, e le tecnologie derivate, stanno attraversando un momento particolarmente critico per la loro capacità di incidere, come mai accaduto prima, nella storia futura del pianeta e della nostra specie.
Se si consoliderà l’ideologia utilitarista e riduzionista la natura sarà totalmente reificata, resa merce e sfruttata al pari di un mero deposito di risorse a disposizione della nostra insaziabile opulenza, il risultato sarà la totale distruzione del mondo naturale.
Basti fra tutti lo slogan di pessima pubblicità: "Col transgenico elimineremo la fame".
Alessandro Giuliani e Carlo Modonesi, nel puntualizzare la pericolosità di certe idee e posizioni da "stregoni", al tempo stesso ne documentano il carattere necessariamente transitorio, "di passaggio" appunto.
In questo libro gli autori conducono per mano il lettore sui sentieri delle scienze naturali contemporanee, svelando insidie, trabocchetti e responsabilità di molta brutta scienza che regna sovrana nell’agone mediatico ad uso di politici irresponsabili ed interessi economici pregiudicati. Ma gli autori mostrano anche i passaggi incontaminati che possono dischiudersi quando la pratica scientifica recupera la sua dimensione concreta e contemplativa e il valore fondamentale della sacralità della natura.