"Carissimi genitori, vi racconto una storia succeduta ad un missionario qui. Un nuovo cristiano fu battutto terribilmente dal mandarino per nessun'altra colpa che per essere cristiano. Il missionario andò subito dal mandarino per liberare il cristiano. Il mandarino mandò dei manigoldi che con grandi bastoni hanno battuto quel missionario, l'hanno tirato fuori di casa, gettato a terra, gli hanno lordato la faccia con sporchezze schifosissime e l'hanno strascinato per la città, beffeggiato da una folla grandissima; minacciarono di gettarlo nell'acqua, di ucciderlo e così via. Arrivati fuori città l'hanno gettato legato per terra. Là sdraiato predicò loro per mezz'ora, poi l'hanno lasciato andar via. Non aveva scarpe né cappello, gli fu rubato tutto, il carro fatto in pezzi. Il poveretto se ne andò, camminò qua e là tutta la notte, non sapeva dove andare, la mattina arrivò mezzo morto in un luogo ove erano dei cristiani. Adesso quel missionario è guarito e sta allegro e ringrazia il Signore di averlo degnato di poter patire un po' per amor di Dio e dei cinesi. Questo missionario, che vi saluta di cuore e vi prega delle vostre orazioni, non è nessun altro che Vostro figlio Giuseppe." (Cina, 27 giugno 1889)