Fra il 1943 e il 1945 decine di migliaia di civili furono vittime di 2273 stragi brutali compiute da nazisti e fascisti lungo il territorio del nostro paese. Un elenco tragico che comprende nomi ormai noti e tanti altri completamente sconosciuti: Stazzema, Marzabotto, Fivizzano, Fossoli, Capistrello e cento altri comuni. Nei mesi successivi alla Liberazione, molti dei colpevoli furono individuati e su di loro furono aperti procedimenti penali. Ma nel 1947 una mano ignota mise tutto a tacere, e i fascicoli con i nomi dei responsabili di quelle stragi finirono sepolti dentro un armadio custodito nella sede della Procura generale militare.
Non ci furono istruttorie né processi. Tutto fu avvolto nel silenzio imposto dal potere. La descrizione di quei misfatti, le prove, le testimonianze, vennero scoperte per caso mezzo secolo più tardi, nascoste in quel vecchio armadio rifilato in un vano recondito, le ante chiuse a chiave, rivolte verso il muro. Grazie a quell'armadio gli assassini hanno goduto di sessant'anni di impunità. Grazie a quell'armadio è stata consumata l'ingiustizia più grande nei confronti del popolo italiano.