Come spiegare l'esistenza di due affermazioni così contrapposte come quella di Gal 3,28 ("Non c'è né uomo né donna: tutti voi siete una sola persona in Cristo Gesù") e quella di 1Tm 2,9-15, che prescrive la sottomissione della donna nella società e nelle comunità cristiane stesse ("La donna impari in silenzio, con perfetta sottomissione")? Come spiegare una simile evoluzione a partire dall'atteggiamento straordinariamente aperto di Gesù? È giusto ripetere che Paolo fu il principale artefice di questo indurimento della teologia cristiana nei confronti della donna? Analizzando i testi in modo semplice e chiaro, l'autore dimostra che ci si trova di fronte a un effetto perverso della legittima inculturazione della fede. L'adeguamento delle prime generazioni cristiane alle strutture e pratiche sociali del loro tempo avrebbe attenuato in loro la coscienza e l'affermazione concreta della novità evangelica rispetto alla dignità e la partecipazione ugualitaria della donna alla salvezza e alla vita delle comunità. Una rilettura del ruolo della donna nel cristianesimo che le restituisce piena dignità.
Labirinti, cibi, serrature, specchi, liquidi. Cinque chiavi tematiche per entrare all'interno di un'opera complessa, enciclopedica nel suo infinito incrociarsi di storie, voci, generi narrativi. Cinque figure nell'immaginario di Jean Potocki attraverso cui compiere un tentativo di scandaglio di un testo enigmatico, come il "Manoscritto trovato a Saragozza", che dalla sua riscoperta negli anni '50 a oggi si è imposto come uno degli esempi più fecondi della produzione fantastica di fine Settecento. Cinque porte aperte su altrettanti orizzonti d'indagine - codice iniziatico e dato letterario, pulsionalità e castrazione, sguardo e punto di vista, identità e sdoppiamento, statuto illusionistico del reale - certamente non secondari per un'analisi della letteratura europea moderna e dei suoi codici espressivi.