Alle tecnologie digitali si è guardato come a una delle leve principali per il miglioramento della scuola. È proprio così? Alcune delle più importanti aspettative, come quella di incrementare i livelli di apprendimento degli studenti, non hanno trovato finora un riscontro negli studi scientifici internazionali; per altre manca un'adeguata valutazione. Discutendo i limiti cognitivi e sociali del digitale a scuola in un contesto di connessione permanente, l'autore sviluppa una visione alternativa del ruolo del digitale nell'esperienza educativa: prima ancora che fare didattica con le tecnologie è urgente educare all'uso consapevole dei media.
Lavoro, studio, svago, informazione: tra computer, televisione, smartphone o tablet la quantità di tempo che passiamo quotidianamente con gli occhi puntati su uno schermo è enorme. Ma esiste un pericolo di "obesità mediale", analoga a quella alimentare, nell'era digitale? Il libro sviluppa questo parallelo indicando, per la "cura", quattro punti chiave: limitarsi nella quantità del consumo; scegliere la qualità dei contenuti e delle relazioni fruite; concentrarsi contro i rischi del multitasking e della perdita dell'attenzione; relazionarsi gestendo con accuratezza i rapporti personali tra offline e online.