SIETE SORPRESI DEL LAZIO-GATE? TROVATE PAZZESCO O SQUALLIDO BATMAN FIORITO? BENE, IN LIBRERIA L’AUTO-BIOGRAFIA DI PAOLO GUZZANTI CHE, TRA TANTI EPISODI DA URLO, SCODELLA IL RETROSCENA DEL CELEBRE “A’ FRA’ CHE TE SERVE” – 2- “A’ GUZ¬ZA’” SPIEGÒ, “TE DEVI PRIMA DE TUTTO METTE IN TESTA CHE QUA AVEMO RUBBATO TUTTI. AVEMO DATO SORDI ILLEGALI A TUTTI. AVEMO FORAGGIATO LE CORRENTI, L’OMMINI POLITICI, AVEMO SEMPRE E GRAZI’A DIO FATTO COME CAZZO CE PARE. HAI CAPITO, GUZZA’? TUTTI, AVEMO RUBBATO. DAR PRIMO ALL’URTIMO. ER PIÙ PULITO CIÀ LA ROGNA” – 3- ECCO, ALLORA, VEDI UN SEGRETARIO, UN CAPOCOR¬RENTE E JE CHIEDI: “AOH, A’ COSO, COME TE CHIAMI, CHE TE SERVE? DU’ MIJONI? CINQUE? VENTI? E CHE PROBLE¬MA C’È? ECCO L’ASSEGNO. A’ FRA’ CHE TE SERVE? DIMMELO CHE T’ARISORVO ER PROBBLEMA…”
Un libro quasi doveroso. L'autore riconosciuto del termine "mignottocrazia" svela che cosa realmente intenda con questa definizione ormai entrata nel lessico politico-giornalistico dell'Italia di oggi, e quali prove abbia a disposizione per confermare la sua "ardita" tesi. Sulle prove documentali, in verità, Paolo Guzzanti ha dovuto faticare poco. La realtà della cronaca è sotto gli occhi di tutti. Questo è un saggio che interpreta gli ultimi vent'anni di storia del nostro Paese attraverso il ruolo, la fisionomia e l'immagine delle donne. Una categoria, quella del femminile, sempre essenziale per capire le evoluzioni di una società. "In Italia e soltanto in Italia i cingolati berlusconiani, seguiti da truppe col lanciafiamme, avrebbero distrutto tutto ciò che era stato costruito: la dignità e la libertà delle donne sarebbero state massacrate, ridotte al rango di mignotte vere o in liste d'attesa, gestite da agenzie specializzate in mignotteria televisiva o politica, da accompagnamento o da letto, da spot o da Consiglio regionale, da carriera governativa o da cena di gruppo". È il semplice, e drammatico, assunto di questo libro. Un libro feroce. Che non risparmia niente a nessuno, che comincia con una scena d'amore. Ma è l'amore di un padre per una figlia, una figlia appena nata che il padre tiene delicatamente fra le braccia e alla quale promette un mondo nuovo e diverso. Poi la storia è andata in un altro modo.
Carlo De Benedetti, “l’Ingegnere”, è uno dei maggiori protagonisti della recente storia italiana: industriale ed editore, ha combattuto una guerra di trent’anni contro il suo arcinemico Silvio Berlusconi, dalla Sme alla Mondadori, dall’industria alla politica. De Benedetti, con la potenza mediatica del suo gruppo Repubblica-L’Espresso, ha influito sugli equilibri del Paese in maniera speculare e opposta a Berlusconi, che detesta ma di cui riconosce – in questo libro – le capacità.
«Noi industriali, gente che ha costruito qualcosa nelle imprese e nella finanza, siamo tutti degli autocrati. Non siamo democratici: ed è per questo che nessuno di noi deve governare.» Carlo De Benedetti
Paolo Guzzanti è stato testimone diretto e parte in causa di questo conflitto trentennale. Membro fondatore di «Repubblica», intervista De Benedetti e racconta le sue esperienze con Eugenio Scalfari, Gianni Agnelli, Ezio Mauro e Paolo Mieli (comprese alcune telefonate notturne in cui, impersonando il presidente Sandro Pertini, costrinse i capipartito a presentarsi il giorno dopo al Quirinale).
«Francesco Cossiga mi disse: “Adesso ti spiego cos’è la pace sarda” e mi consegna un coltello a serramanico, che ho ancora, con scritto “fcacdb”: Francesco Cossiga a Carlo De Benedetti.» De Benedetti e Cossiga
In questo libro Carlo De Benedetti racconta la sua vita pubblica e privata, svela per la prima volta il retroscena sul cambio della direzione di «Repubblica» ed esprime un’opinione amarissima sulla classe politica italiana, non soltanto di destra ma anche su quella del Partito democratico, di cui prese la mitica tessera numero uno.
«Agnelli mi chiamò e mi disse: «Scusi un attimo, ma lei verrebbe a fare l’amministratore delegato della Fiat?» E io dissi: «Sì, immediatamente». Mi chiese: «Ma non pone condizioni?» E io: «Pongo un’unica condizione, che è di non trovarmi in conflitto di interessi, visto che la mia società Gilardini rifornisce, tra gli altri clienti, anche la Fiat». Gianni Agnelli: «Ma chi se ne frega». De Benedetti e Gianni Agnelli
Un serrato faccia a faccia fra due protagonisti, che affrontano il passato e il presente della politica e del giornalismo in un Paese perennemente tormentato dalla mancanza di regole e alla ricerca di un equilibrio tra informazione ed etica.
«Ma cazzo, Silvio! con il culo che m’hai fatto alla Sme prima, alla Mondadori dopo, vuoi anche che ti voglia bene? Ma che cosa pretendi?» Ecco, questo credo che sia stato l’ultimo nostro colloquio a quattr’occhi.» De Benedetti e Berlusconi
L’autore
Paolo Guzzanti (Roma, 1940) è giornalista professionista, scrittore, conduttore televisivo e senatore. È stato inviato dell’«Avanti!», redattore capo e inviato speciale di «Repubblica» e della «Stampa» negli Stati Uniti. Ha lavorato al «Giornale» ed è stato editorialista di «Panorama». Eletto al Senato, ha presieduto dal 2002 al 2006 la Commissione d’inchiesta sul dossier Mitrokhin. Da questa esperienza è nato il libro-denuncia Il mio agente Sasha, uscito per Aliberti nel maggio 2009. Tra le sue pubblicazioni, I presidenti della Repubblica da De Nicola a Cossiga (Laterza, 1992), L’Italia del 2000 (La Stampa, 1996), Ustica, verità svelata (Bietti, 1999), Abbasso la dieta mediterranea (Aliberti, 2009) e Guzzanti vs Berlusconi (Aliberti, 2009).
A metà fra biografia all’americana e analisi sociopolitica, Guzzanti vs Berlusconi
mostra l’uomo pubblico e quello privato, ne mette in luce la naïveté popolaresca,
l’indole rampante e sfrontata, ne coglie i vizi, i tic e le idiosincrasie, fino a far
emergere gli istinti, la mentalità e le idee che hanno orientato e trasformato
profondamente la società italiana dell’ultimo quindicennio.
Chi è davvero Silvio Berlusconi? “L’uomo del fare”, come si autodefinisce, “l’uomo dei miracoli”, come viene descritto dagli adoratori, oppure il male in persona, come sostengono gli antiberlusconiani duri e puri? Per decidere da che parte stare, senza fingere di non stare da nessuna parte, ecco una biografia del Cavaliere per nulla compiacente, anzi dissacrante e a tratti feroce, ma senza la solita litania di accuse.
Paolo Guzzanti, uomo di grandi passioni, è una delle menti più lucide e anticonformiste del giornalismo italiano. Tutti sanno del suo “innamoramento” per il Cavaliere, nel quale ha creduto invano di riconoscere il possibile leader di una rivoluzione liberale italiana. Già in tempi non sospetti il giornalista aveva denunciato la progressiva ibernazione del Parlamento, la mancanza di democrazia interna al partito e la selezione del personale politico secondo criteri di sex appeal.
Uscito dall’orbita del Cavaliere, Guzzanti ne restituisce un ritratto molto ravvicinato, personale e indiscreto, e ripercorre anche la sua storia familiare attraverso due lunghe interviste esclusive, entrambe inedite, a Berlusconi e alla madre Rosa.
Due testimonianze che rivelano una personalità che non ha mai sopportato “lacci e lacciuoli”, che si trattasse di soci, partner o superiori, o delle istituzioni con le loro regole.
La “storia italiana” del Cavaliere mostra anche un popolo pericolosamente diviso fra le due sindromi del berlusconismo e dell’antiberlusconismo, in uno stato di guerra civile mentale e permanente.
L’“autobiografia” di Berlusconi si apre con un Silvio enfant prodige, capace di fare miracoli fin da bambino, quando mungeva le vacche per sostenere la famiglia durante la guerra, e prosegue con l’episodio in cui, già adulto e a capo di varie società, ricevette un sonoro ceffone dalla madre. Poi il Milan, naturalmente, e il «Giornale» di Montanelli, passando per l’inossidabile amicizia con Confalonieri, fino all’ascesa come costruttore e il “miracolo urbanistico” di Milano 2. Notevole l’aneddoto del giovane Berlusconi, studente a Parigi, che si esibisce nei locali notturni e convive con una stripteseause, finché il padre Luigi non va a riprenderselo. La lunga intervista inedita è dunque il fil rouge di questo irriverente libro, che analizza la fenomenologia del Cavaliere dalla nascita del Biscione alla “guerra di Segrate”, passando per la discesa in campo e le molteplici grane giudiziarie, senza rinunciare a un doveroso excursus sulla mignottocrazia (termine coniato proprio da Guzzanti).
Paolo Guzzanti (Roma, 1940) è giornalista professionista, scrittore, conduttore televisivo e senatore. È stato inviato dell’«Avanti!», redattore capo e inviato speciale di «Repubblica», e della «Stampa» negli Stati Uniti. Ha lavorato al «Giornale» ed è stato editorialista di «Panorama». Eletto al Senato, ha presieduto dal 2002 al 2006 la Commissione d’inchiesta sul dossier Mitrokhin. Da questa esperienza è nato il libro-denuncia Il mio agente Sasha, uscito per Aliberti nel maggio 2009. Tra le sue pubblicazioni, I presidenti della Repubblica da De Nicola a Cossiga (Laterza, 1992), L’Italia del 2000 (La Stampa, 1996), Ustica, verità svelata (Bietti, 1999), Abbasso la dieta mediterranea (Aliberti, 2009).
"La dieta mediterranea difende dal morbo di Alzheimer". "Grande successo della dieta mediterranea in Giappone". "Olio di oliva sempre più sano: è antinfiammatorio". "La dieta mediterranea fa bene alla salute". Per molti anni ci siamo sentiti dire e ripetere - da medici, dietologi, salutisti e opinionisti vari - che il segreto della nostra salute, la grande inconsapevole fortuna di cui noi italiani potevamo godere nel campo del benessere fisico, era la dieta mediterranea. La fatidica, mitica, salvifica dieta mediterranea. Ci voleva un polemista irriducibile come il giornalista e scrittore Paolo Guzzanti per demolire anche quest'ultimo baluardo dell'orgoglio nazionale. "Abbasso la dieta mediterranea" è un atto di accusa, misurato ma fermo, non tanto nei confronti delle buone abitudini alimentari degli italiani, quanto piuttosto verso i "fanatici", gli integralisti del mangiare a base di pasta, pomodori e olio d'oliva. Lungi dal volersi sostituire ai dietisti e agli esperti di nutrizione, Guzzanti ha inteso piuttosto scrivere un "pamphlet gastro-letterario". Il cui punto di partenza poggia su una base reale di polemica medico-scientifica (l'attacco alla dieta mediterranea portato in questi ultimi anni da molti nutrizionisti anglosassoni), per sviluppare poi un percorso di personale narrazione, fatto di ricordi familiari (come mangiavano, o non mangiavano, i padri e i nonni), di esperienze alimentari disperse nella memoria, di sapori e odori che riaffiorano come frammenti di vita vissuta.
Alexander "Sasha" Litvinenko, ex tenente colonnello del Kgb è stato avvelenato a Londra con il Polonio 210 nel novembre 2006. La sua morte scatenò una "seconda guerra fredda" fra l'Occidente e la Russia di Vladimir Putin, con la relativa devastazione della Commissione parlamentare d'inchiesta Mitrokhin. Litvinenko era l'informatore segreto di Paolo Guzzanti, presidente della Commissione, al quale forniva notizie sulle manovre che il nuovo Kgb di Putin preparava per annientare i lavori di un'inchiesta durata quattro anni, che ha passato al setaccio la penetrazione sovietica scoprendo e risolvendo molti "misteri d'Italia". Come la matrice sovietica dell'attentato al papa del 1981 e i retroscena del delitto Moro. Con l'avvelenamento di Litvinenko fu lanciata in Italia la più grande operazione di "deception", di inganno pianificato, del dopoguerra, partendo dalla distruzione del consulente Mario Scaramella, presentato come probabile assassino e truffatore. Questo libro vuole ristabilire la verità raccontando la storia segreta di Litvinenko, della Commissione, dell'ascesa di Putin e di come Berlusconi abbia tradito la Commissione per non contrariare l'ultimo capo del Kgb, diventato suo partner e amico fraterno.