La scena è questa: una ricca casa nella campagna inglese, attorno a un tavolo siedono un vecchio astronomo, due sorelle australiane che hanno molto sofferto e un giovane, Ted Tice, disperatamente innamorato di Caroline, una delle due ragazze. Ted sta raccontando la storia di un francese che nel Settecento andò fino in India per osservare il transito di Venere davanti al Sole, un fenomeno estremamente raro. Ma guerre e sventure lo trattennero lungo la strada: perduta quella prima opportunità, attese otto anni in Oriente per il transito successivo, quello del 1769. Quando finalmente giunse il giorno, la visibilità capricciosamente scarsa gli impedì di vedere alcunché. E al prossimo transito mancava un secolo. "Anni di preparazione. E poi, da un'ora all'altra, tutto finito". A volte i portenti celesti si riflettono, per una legge che non è quella degli oroscopi o degli dei, nelle più umane faccende terrestri. Caroline non ricambia i sentimenti di un Ted tanto idealista e sincero da apparire chiuso e scontroso: è attratta da Paul Ivory, privilegiato e brillante commediografo fidanzato con l'algida Tertia. Caroline e Paul iniziano una relazione clandestina, ma non per questo Ted rinuncia ai suoi sentimenti: per quanto possa aver perso l'appuntamento con il suo personale "transito di Venere" è disposto ad attendere anni, tutta la vita se necessario, pur di concedere al suo amore una seconda possibilità.
Un soldato trentaduenne inglese, decorato per atti eroici, porta con sé gli orrori della guerra e la tristezza di un divorzio. Dopo due anni trascorsi a scrivere un libro in Cina, nella primavera del 1947 si sposta nel Giappone occupato per compiere dei rilievi topografici che documentino gli effetti della bomba atomica. A Kure, un remoto avamposto vicino ad Hiroshima, si innamora di Helen, figlia di un tirannico funzionario australiano. La ragazza, diciassettenne, vive in simbiosi con il fratello, affetto da un'incurabile malattia degenerativa.