Il corso "Dell'essenza della libertà umana", tenuto a Friburgo nel 1930, è il primo esplicito confronto di Martin Heidegger con il tema della libertà. Essa viene posta in questione tanto nei termini di libertà negativa e libertà positiva quanto in quelli di libertà trascendentale e libertà pratica. Kant infatti è l'autore di riferimento, sebbene l'interrogazione sia diretta alla messa in luce del pensiero dell'essere, di cui la libertà si dimostra fondamento. Un'introduzione alla filosofia dunque come sguardo sull'intero di ciò che è, a partire dalla questione sulla libertà, ma ancor di più quale aggressione all'individuo che pone la questione, tale che lo costringe a decidere della propria essenza.
I Quaderni neri presentano una forma che, secondo le sue caratteristiche, risulta oltremodo singolare non solo per Heidegger, bensì in generale per la filosofia del XX secolo. Tra i generi testuali di cui solitamente si fa uso i Quaderni sarebbero anzitutto da paragonare a quello del "diario filosofico". In essi gli eventi del tempo vengono sottoposti a considerazioni critiche e messi continuamente in relazione con la "storia dell'Essere". Il presente testo è il secondo dei tre volumi in cui saranno pubblicate le Riflessioni. Il primo quaderno di questo volume incomincia nel 1938, l'ultimo, con le Riflessioni XI, si conclude poco prima dell'inizio della seconda guerra mondiale, nell'estate 1939. Le Riflessioni non corrispondono ad "aforismi" da intendersi come "massime di saggezza". Ciò che è "decisivo non è", "che cosa si rappresenti e che cosa venga riunito a formare una costruzione rappresentativa", "bensì solo come si ponga la domanda e assolutamente il fatto che si domandi dell'essere". Dal "tentativo" di Heidegger di riconoscere la "storia dell'Essere" nei suoi segni quotidiani nasce un manoscritto che, dall'inizio degli anni trenta fino all'inizio degli anni settanta, interpreta anche i due decenni più oscuri della storia tedesca e l'eco che ne seguì.
I "Quaderni neri" presentano una forma che, secondo le sue caratteristiche, risulta oltremodo singolare non solo per Heidegger, bensì in generale per la filosofia del XX secolo. Tra i generi testuali di cui solitamente si fa uso i Quaderni sarebbero anzitutto da paragonare a quello del "diario filosofico". In essi gli eventi del tempo vengono sottoposti a considerazioni critiche e messi continuamente in relazione con la "storia dell'Essere". Il presente testo è il primo dei tre volumi in cui saranno pubblicate le "Riflessioni". Il primo quaderno di questo volume incomincia nell'autunno del 1931, l'ultimo, con le "Riflessioni VI," si conclude nel giugno del 1938. Le "Riflessioni" non corrispondono ad "aforismi" da intendersi come "massime di saggezza". Ciò che è "decisivo non è", "che cosa si rappresenti e che cosa venga riunito a formare una costruzione rappresentativa", "bensì solo come si ponga la domanda e assolutamente il fatto che si domandi dell'essere". Dal "tentativo" di Heidegger di riconoscere la "storia dell'Essere" nei suoi segni quotidiani nasce un manoscritto che, dall'inizio degli anni trenta fino all'inizio degli anni settanta, interpreta anche i due decenni più oscuri della storia tedesca e l'eco che ne seguì.
Questo corso, tenuto a Marburg nel semestre invernale 1925-26, è una tappa importante sul cammino che porta a Essere e tempo perché per la prima volta l'interlocutore dell'atteggiamento fenomenologico adottato da Heidegger non è più un pensatore antico: verso la metà del corso Aristotele è abbandonato a favore di Kant. La verità che alla logica è chiesto di cercare, il più delle volte, resta nascosta. La verità stessa è affidata a un logos preliminare, mentre le vie traverse della "rappresentazione" sembrano piegare in direzioni diverse. La logica può procedere in modo filosofico ed essere davvero philosophierende Logik solo se cerca di accedere alle "cose stesse". Così, le strutture fondamentali dell'esistenza umana, intese come essere-nel-mondo, sono indagate per cogliere i momenti cruciali in cui la tradizione filosofica finisce per separare il pensiero dalla realtà, senza mai tematizzare quel che ne sta alla base. La scoperta kantiana del nesso di "io penso" e "tempo" diventa la chiave di volta della storia del pensiero. La funzione assegnata al tempo nella determinazione kantiana di una logica trascendentale ha dunque portato l'attenzione sulla ristrettezza del limite tradizionalmente assegnato alla logica e ha spinto a vedere in "ciò che è logico" un comportamento umano che il tempo può mutare.
Il titolo del volume 76 delle opere complete di Heidegger è "Pensieri-guida sulla nascita della metafisica, della scienza contemporanea e della tecnica moderna", a indicazione della complessità e della vastità d'intenti cui Heidegger si dedicò in queste meditazioni. I temi sono quelli cari allo Heidegger più grande, benché qui ancora in forma di appunti, bozze e annotazioni. L'importanza del volume non sta solo nelle idee heideggeriane sull'essere e sul destino della metafisica, o sulla nascita della scienza e della tecnica, o sul loro impatto sul nostro mondo, ma ancora di più nella testimonianza di come queste idee abbiamo preso forma nel pensiero heideggeriano e di come via via si siano strutturate tematicamente.
El presente volumen contiene el texto, hasta ahora inédito, del curso que Martin Heidegger impartió en el semestre de invierno de 1919/1920 como profesor adjunto de la Albert-Ludwigs-Universität de Freiburg. Este curso está marcado por la visible lucha que Heidegger emprendió desde el semestre de postguerra de 1919 por lograr un planteamiento sistemático propio mediante la confrontación tanto con la tradición como con corrientes filosóficas contemporáneas. El curso no sólo es un valioso testimonio de la evolución histórica del camino del pensar de Heidegger, sino que tiene importancia justamente en cuanto curso sistemático, tal y como confirma su intención de presentar la fenomenología como ciencia del origen de la vida en y para sí.
De Martin Heidegger (1889-1976) Alianza editorial ha publicado también: "Caminos de bosque", "Conceptos fundamentales", "Hitos", "Fenomenología del espíritu de Hegel", "Lógica", "Ontología", "Aclaraciones a la poesía de Hölderlin", "Prolegómenos para una historia del concepto de tiempo" y "Los conceptos fundamentales de la metafísica".
L'Introduzione alla metafisica ha una posizione centrale nello svolgimento del pensiero di Heidegger, giacché è il primo documento ampio e organico della "svolta" seguita a Essere e tempo e riprende e sviluppa quel compito di una "distruzione della storia dell'ontologia" di cui Essere e tempo aveva parlato. E proprio nello sforzo di recuperare i termini originari del problema dell'essere di là dal suo presentarsi in formule cristallizzate, solo apparentemente "ovvie", Heidegger incontra in tutta la sua portata l'importanza del linguaggio, che costituisce il tema essenziale delle sue opere più recenti. Questo testo ha dunque l'intento di rimettere in questione le categorie base che da secoli costituiscono lo sfondo comune della filosofia occidentale partendo dalla stessa grammatica ed etimologia della parola "essere". La storia di questa parola, lungi dall'essere solo un campo di indagini specialistiche senza effettivi riflessi pratici, coincide per Heidegger con il destino stesso del nostro mondo, quello della "civiltà occidentale" allargatasi ormai a coprire l'intero pianeta. Un'opera decisiva per la comprensione del significato del pensiero heideggeriano e, in generale, degli sviluppi ontologici dell'esistenzialismo.
"Confrontación es auténtica crítica. es el modo más elevado y la única manera de apreciar verdaderamente a un pensador, pues asume la tarea de continuar pensando su pensamiento..."
Este libro no es un estudio académico sobre Nietzsche, sino una interpretación basada en la confrontación con su pensamiento, entendida por Heidegger como «la única manera de apre­ciar verdaderamente a un pensador pues asume la tarea de continuar pensando su pensamiento y de seguir su fuerza pro­ductiva y no sus debilidades». A lo largo del libro, Heidegger despliega su concepción de la historia de la metafísica y su crítica de la modernidad, mientras hilvana una detallada exégesis de la obra de Nietzsche, centrada en su pensamiento último, que inicia con el Zaratustra y que tenía que culminar en su obra capital, La voluntad de poder.
La interpretación heideggeriana recorre las grandes ideas de Nietzsche: la muerte de Dios, el advenimiento del superhombre, el nihilismo, la transvaloración de los valores, el arte como metafísica y, especialmente, la voluntad de poder y el eterno retorno de lo mismo. Heidegger interpreta el pensamiento de Nietzsche no como la superación de la metafísica, sino como su expresión más perfecta, como la consumación de su esencia, presente ya en sus orígenes. Así, la reflexión sobre Nietzsche es, a la vez, una reflexión despiadada sobre la sociedad contemporánea, perdida en la repetición sin sentido y necesitada de un renacimiento.
“A questo punto si dovrebbe entrare nel merito del suo trattato Sul dolore e mettere in luce l’intima connessione tra il ‘lavoro’ e il ‘dolore’. Questa connessione rinvia ai riferimenti metafisici che le si manifestano a partire dalla posizione metafisica della sua opera Il lavoratore”. Così Heidegger in occasione dei sessant’anni di Jünger, in un decisivo (quanto inquietante) passaggio de La questione dell’essere. Che riesce però in parte oscuro. Il loro confronto, infatti, è sempre rimasto vincolato a poche intensissime battute, quelle raccolte nel volumetto Oltre la linea, in mancanza di ulteriori attestazioni dell’Auseinandersetzung tra i due inconciliabili “Titani”. Ecco allora che Ernst Jünger, il volume che presentiamo – e che raccoglie tutti gli appunti degli anni trenta, il Colloquio su Jünger (che Heidegger tenne con un ristretto gruppo di colleghi all’Università di Freiburg), un manoscritto sul concetto jüngeriano di forma del 1954 e ciascuna delle glosse manoscritte appuntate dal filosofo sulle sue copie di lavoro – colma finalmente questa lacuna, mettendo a disposizione del lettore italiano l’intera mole degli scritti dedicati a Jünger in cui emerge con assoluta chiarezza il ruolo di prim’ordine giocato dall’autore delle Tempeste d’acciaio nelle celeberrime pagine heideggeriane consacrate alla questione della tecnica.
Questo volume, il n. 75 delle opere complete di Heidegger, ha un doppio titolo: "Hölderlin"-"Viaggi in Grecia", legato ai suoi due temi fondamentali. Si tratta di testi di varia lunghezza, quasi tutti alla loro prima pubblicazione, in cui trovano spazio riflessioni sui versi del grande poeta conterraneo e sul suo ruolo di interlocutore privilegiato (insieme a tre autori "autoctoni": Eraclito, Eschilo, Pindaro) nel momento in cui l'esperienza heideggeriana della grecità indugiava nell'abbeverarsi presso luoghi concreti, con l'intima convinzione di rinvenirvi le lontane sorgenti della moderna società scientifico-industriale. Non mancano neppure annotazioni in forma diaristica di pensieri, visite e incontri, il che conferisce ad alcuni testi un delicato tratto personalissimo.