La forma del dialogo appartiene alla letteratura quanto alla filosofia, nella quale ha toccato il suo vertice nella produzione platonica. Senza il dialogo la filosofia, così come la conosciamo, non avrebbe prodotto quei risultati e quei valori ai quali ancora oggi attingiamo. Se la figura di Socrate è addirittura impensabile al di fuori di una relazione dialogica e il suo non sapere non avrebbe senso, potremmo dire che anche una gran parte del pensiero non avrebbe toccato la profondità né il livello artistico che gli va riconosciuto senza il ricorso a questo mezzo. Questo Dialogo filosofico, di Vittorio Hösle, è l'esposizione più completa della storia letteraria e filosofica della forma dialogica, che dalle origini platoniche si estende ai momenti più interessanti e cruciali della nostra cultura. Dalla figura e dal ruolo di Socrate prende piede una trattazione che percorre l'intera storia del pensiero occidentale, con un felice intreccio di autori che ne rappresentano le stazioni più autorevoli. L'esposizione si svolge fluida, da Cicerone, Boezio e Agostino attraverso Abelardo e Lullo, Petrarca, Cusano e Bodin, D'Alembert, Diderot e Hume fino alla nostra epoca (nella quale questa forma sembra in declino) con Feyerabend e Murdoch. Un tema che nella sua complessità e ricchezza tocca l'interesse di ogni lettore.
"Nessun filosofo ha affascinato per un tempo così lungo tanti lettori con interessi così diversi come Fiatone". A parere di Vittorio Hösle sono almeno tre i motivi di questa fortuna: la "massima originalità" dei contenuti del pensiero, il periodo storico che "appartiene ai più creativi nella storia dell'umanità" e lo "straordinario talento artistico" che caratterizza la figura di Platone. I saggi raccolti in questo volume offrono varie prospettive per una nuova e acuta inter-pretazione di Fiatone. La riflessione di Hösle si apre con l'analisi dello sviluppo dell'ermeneutica platonica con uno sguardo ad ampio raggio che muove dal pensiero dei Medioplatonici per arrivare alla scuola di Tubinga, con particolare riferimento al problema interpretativo rappresentato dalla forma del dialogo ed al rapporto tra oralità e scrittura. La seconda parte del volume si concentra sulla lettura del dialogo "Eutidemo" e sul raffronto tra le tecniche dialogiche di Platone e quelle di Cicerone.
Le domande che l'undicenne Nora K. rivolge a Vittorio Hosle riguardano i grandi interrogativi della vita umana. Il filosofo le risponde cercando di condurre la giovane amica attraverso il labirinto del pensiero filosofico. Insieme i due inventano un caffè in cui pensatori da Platone a Hans Jonas, discutono su Dio, il mondo, l'esistenza. Il risultato del loro scambio epistolare è una introduzione alla filosofia, indirizzata sia ai ragazzi che agli adulti.