Per un trentennio, dagli anni che vanno dal 1962 al 1992, il sistema dei partiti italiani ha subito una lunga stasi. Quasi una rivoluzione è invece quanto è accaduto nel decennio successivo, dal 1992 ad oggi: sono cadute le basi strutturali - religiose e di classe - del sostegno ai maggiori partiti dei diversi schieramenti, tra i partiti tradizionali e la società civile si è prodotto un tale distacco da prefigurare la perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del sistema democratico nel suo complesso, sono avvenuti mutamenti istituzionali, sono nate nuove formazioni politiche, sono entrati in scena nuovi attori, politici e non.
Non più risposta di una borghesia spaventata di fronte alla "marea rossa", come negli anni '20 e '30, i nuovi partiti di estrema destra sono figli della società contemporanea e dei suoi problemi, esprimono insofferenza verso alcuni aspetti della modernità (come il pluralismo culturale) ma ne enfatizzano altri (come il mercato, l'individualismo). Raccolgono consensi trasversali, esercitando una forte attrazione fra i ceti popolari, perché danno risposte in termini di valori e di identità più che di interessi. La riedizione, aggiornata, di un testo che spiega le basi del sociale consenso, i valori e le caratteristiche delle nuove formazioni di estrema destra in Europa, da Le Pen a Heider.