L'infanzia e la fanciullezza tra Cavalese e Trento, l'arrivo a Riva del Garda, nel 1933. La guerra, la fine del fascismo, la Resistenza. Al liceo, nonostante tutto, un'educazione alla libertà che non tarderà a far vedere i suoi frutti migliori. Il fratello, Eugenio, "generoso, libero e assetato di verità", si fa come tanti giovani della sua generazione "ribelle per amore" e, tradito da una soffiata, viene trucidato in casa dai nazisti alla presenza delle sorelle e del padre. "Non aveva mai conosciuto odio nei brevi anni della sua vita: il suo volto disteso e pacato mi fa pensare che non l'abbia conosciuto nemmeno davanti al suo uccisore. Non c'era segno di sangue. Nulla. Il tutto era avvenuto in pochi minuti: pochi minuti carichi di mistero che decisero della mia vita". A scrivere è una donna, Cecilia Impera. Quell'evento la accompagnerà, segnandola per tutta la vita. Fino all'incontro con un altro uomo, per lei altrettanto decisivo: Giuseppe Dossetti. Cecilia entra a far parte della "Piccola Famiglia dell'Annunziata", ispirata dal ricordo del sacrificio di Eugenio e dall'esempio e dalla guida paterna di Dossetti. La storia di una vita che è nel contempo la storia di momenti decisivi del nostro Paese, della Chiesa (soprattutto il periodo del Concilio) e dell'incontro con le altre confessioni cristiane oltre che con le grandi religioni dall'ebraismo all'islam fino all'induismo...