Come dare efficacia e dignità all'ora settimanale di religione cattolica? Proprio per dare risposta a questa domanda nasce il volume, che si presenta come un contributo-guida alla prassi didattico-giuridica dell'insegnamento della religione cattolica (IRC) e offre una riflessione pratica sul fare religione oggi tanto agli insegnanti quanto agli studenti degli istituti superiori di scienze religiose che si preparano alla professione docente.
Se lo stato giuridico dell'insegnante di religione cattolica (IdR) presenta peculiari atipicità, la religione cattolica è un insegnamento curricolare ma facoltativo: fattori che provocano frequenti incomprensioni e richieste di chiarimento su varie questioni, dentro e fuori la scuola. Frutto di una riconosciuta attività di consulenza svolta dall'autore, il libro si propone come compagno di viaggio per gli IdR, i dirigenti scolastici e gli altri operatori della scuola, offrendosi alla lettura anche degli studenti degli istituti superiori di scienze religiose che ambiscono all'insegnamento. La prima parte presenta una carrellata sulle principali "parole della scuola" legate alla pedagogia, alla didattica e alla legislazione scolastica. Nella seconda parte alcune schede aiutano a comprendere i temi più prossimi, per esempio, alla ricostruzione di carriera o alla partecipazione dell'IdR all'interno degli organi scolastici. La terza parte elenca 144 quesiti - e le relative risposte - ricevuti dall'autore su vari aspetti normativi della professione di IdR e sui problemi che emergono dalla quotidianità scolastica; essi sono il risultato di un dialogo costante con i docenti che abitualmente visitano il sito www.culturacattolica.it. La quarta parte è dedicata a una appendice normativa, con note ministeriali, decreti presidenziali e la giurisprudenza su casi concreti riguardanti aspetti generali e contrattuali legati all'insegnamento della religione cattolica.
La specificità dell'insegnamento della Religione Cattolica (IRC) nella scuola italiana non è sempre avvertita con chiarezza. Sperimentano incomprensioni e difficoltà i genitori degli alunni, i Dirigenti scolastici e gli stessi Uffici scolastici provinciali.