Questo non è un libro sulla corsa. È un libro sulla sofferenza. È un libro sulla beatitudine, sulla gola, sulla vanità, sui temporali, sulle api giapponesi e su Godzilla. È un libro sulle ragioni terribili e meravigliose che spingono ogni giorno uomini e donne ad arrancare anche sotto la pioggia o il sole rovente, fino a cadere a terra stremati. Perché ogni fanatico lo sa: correre è un inferno, eppure ha il sapore del paradiso.