Nell'ultimo ventennio, soprattutto in seguito all'opera di Edward Said e al suo libro "Orientalismo", gli studiosi dell'Oriente sono stati accusati di lavorare, più o meno consapevolmente, a sostegno della causa imperialista e del colonialismo occidentale. Una visione che ha appiattito su una dimensione geopolitica la ricchezza di un campo di ricerca animato sin dall'antichità greca, da una sete di conoscenza e da una attrazione verso popoli e civiltà percepiti come "altri" e capaci di una forza di seduzione irresistibile. Robert Irwin riscrive, la storia dell'attrazione verso Oriente, passando da Erodoto a Euripide, da Platone e Aristotele alla Scolastica al Rinascimento, dal secolo dei Lumi a quello delle industrie, fino ad arrivare alle dispute del presente. E questa nuova storia tocca gli ambiti più diversi del sapere: letteratura, religione, filologia, politica, cultura scientifica. Lontano da ogni preconcetto ideologico, si dipana lungo queste pagine il filo di un'ossessione che ha accomunato una molteplicità di uomini, prima ancora che di studiosi. E in filigrana, compaiono anche le vicende dei tanti nemici che l'orientalismo da sempre fronteggia: coloro che interpretano l'ineludibile alterità di quelle civiltà come ostacolo alla conoscenza e all'incontro, ma anche coloro che più subdolamente impediscono qualsiasi discorso sull'Oriente dicendosene paladini contro le distorsioni dell'Occidente.