La vicenda si svolge in Italia verso la metà degli anni trenta. Una serie di inspiegabili esplosioni si verificano in un laboratorio scientifico in cui si svolgono ricerche biologiche di natura indecifrabile cui si accompagna la successiva sparizione di tre scienziati. Di fatto, i tre scienziati sono stati rapiti dagli uomini di un altro pianeta con il probabile intento di studiare la Terra e i terrestri. Nei tre anni di permanenza nel pianeta si sviluppa il difficile tentativo di stabilire un rapporto con una civiltà tanto diversa. Così, la "scoperta della Terra" non è soltanto quella degli extraterrestri ma anche quella dei rapiti, costretti a un continuo confronto tra la loro esperienza e le forme di vita e di espressione con cui sono entrati a contatto. Questo turbinare di vicende rappresenta l'altra faccia della "scoperta della Terra". Questo non è un tradizionale romanzo di fantascienza, ma la storia di un complesso di vicende narrate in alternanza tra i due pianeti come in un gioco di specchi.
Salonicco fu teatro di un evento storico unico. Qui si raccolse una comunità di ebrei fuggiti dalla Spagna dopo l’espulsione decretata nel 1492. Per più di quattrocento anni questa comunità preservò le tradizioni originarie, continuò a parlare nell’antico castigliano, conservando persino le chiavi delle case di Spagna e vivendo una religiosità intensa e impregnata di misticismo. Agli inizi del Novecento, Salonicco era una città a grande maggioranza ebraica, una “Gerusalemme balcanica” nell’Impero Ottomano. Ma il disfacimento dell’Impero mostrava i segni della fine di un’esperienza quasi irreale. La famiglia Yacoél – di cui questo romanzo racconta le vicende, a sfondo autobiografico – vive sempre più dilaniata dalla consapevolezza che la realtà ovattata e la magica esperienza spirituale in cui ha finora vissuto sta franando sotto i suoi piedi e che anche l’ebraismo di Salonicco sta per essere proiettato nel vortice dei drammi europei. Al crollo di questa realtà segue la dispersione della famiglia in vari paesi europei, soprattutto in Italia e in Francia, dove i suoi membri si confrontano con il senso della propria identità ebraica e con un antisemitismo circostante che cresce come un’onda minacciosa fino a esplodere nell’apocalisse finale della Shoah. Assieme al racconto di un’esperienza eccezionale e irripetibile, di un’esistenza sradicata, “con le radici in cielo”, il romanzo propone riflessioni sull’odio razziale e l’intolleranza e sulla natura dell’antisemitismo europeo che appaiono oggi di grande attualità.
Presentazione di Paolo Israel