Tutti i luoghi dell'interrogazione di Jabès - il deserto, l'assenza di Dio, il silenzio, il rapporto fra ebraismo e scrittura, l'ascolto, lo straniero, il nomade, il dolore del mondo - tornano in questa che è la sua opera estrema, e postuma. Mentre accoglie l'eco dei testi che lo hanno preceduto, "Il libro dell'ospitalità" dà compimento alla meravigliosa peripezia di uno scrittore che - nel fuoco di una meditazione intensissima e nella trasparenza della poesia - ha interrogato la sofferenza, l'esilio, il linguaggio, il limite. Presentando l'edizione francese, Jabès così scrive: "Mi sono accorto, un giorno, che, nella sua vulnerabilità, lo straniero poteva contare soltanto sull'ospitalità che altri poteva offrirgli. Proprio come le parole beneficiano dell'ospitalità loro offerta dalla pagina bianca e l'uccello di quella che, senza condizioni, gli offre il cielo. Ed è l'oggetto di questo libro. Ma che cos'è l'ospitalità?".
"Il Libro delle Interrogazioni", che viene qui pubblicato integralmente, è un classico dell'umanesimo ebraico del Novecento. L'opera, scritta tra il 1963 e il 1973, si sviluppa in sette volumi, comprendenti, oltre al primo, che dà il titolo al ciclo, Il Libro di Yukel, Il ritorno al Libro, Yaël, Elya, Aely, El. La filosofia si intreccia qui con la scrittura poetica, diventando pensiero poetante, in un'interrogazione infinita che è testimonianza di vita e insieme ricerca di assoluto. Con un saggio di Vincenzo Vitiello.