La grande tradizione gastronomica romana e del Lazio gode di una fortuna secolare, nutrita da un patrimonio culturale straordinariamente ricco e solido. Lo dimostrano i tanti testi che celebri autori di ieri e di oggi primo fra tutti il Belli - hanno dedicato a questa sontuosa cucina. In questo volume le ricette sono state raccolte, ordinate e descritte in modo tale da stabilire un dialogo convincente e garbato con il lettore, andando oltre i dati strettamente necessari: ingredienti, dosi, tempi e modi di preparazioni e cottura. Spaghetti alla carbonara, bucatini all'amatriciana, spaghetti cacio e pepe, gnocchi alla romana, rigatoni "co' la pajata", pappardelle al sugo di lepre, coda alla vaccinara, saltimbocca alla romana, costolette d'abbacchio "a scottadito", coratella d'abbacchio. E poi carciofi alla giudia o alla romana, trippa alla romana, filetti di baccalà, fagioli con le cotiche, supplì, panzanella, pasticcio di gnocchi, bignè di San Giuseppe e maritozzi sono solo alcune delle più rinomate prelibatezze "raccontate" in questo volume, che hanno deliziato e continuano a deliziare i palati di generazioni di romani e non romani, emigrando e penetrando - almeno in parte - nelle cucine di tanti ristoranti italiani e stranieri.
L'itinerario roesleriano della "Roma sparita" è quasi obbligato. Di conseguenza anche il raggruppamento degli acquarelli; l'importanza e la mole delle "riprese" risulta infatti condizionata dai punti nevralgici dell'intervento urbanistico. Perciò si ritrovano in prima fila le moriture sponde del Tevere, un fiume così generoso nell'offerta di soggetti affascinanti tra l'Isola Tiberina, il Porto di Ripetta e i ponti. Seguono i Prati di Castello, una sorta di "bosco viennese" affacciato sul fiume, che la memoria pittorica di Roesler Franz ci ha tramandato con tutto il loro incanto. Tempestivo altresì l'intervento del pittore e fotografo romano nel Ghetto, come lo è nei confronti delle chiese, delle torri e dei palazzi trasteverini, destinati presto a essere trasfigurati e sfigurati dai restauri. Da Borgo, poi, all'epicentro del Campidoglio e a Testaccio, dall'Aventino al Celio per finire nei "quadri variati e solitari". Livio Jannattoni, accompagna a "commento" i 120 acquarelli di Ettore Roesler Franz. Così la scrittura si amalgama all'immagine; il pittore e lo scrittore diventano una sola cosa.