Con "res publica romana" s'intende lo stato formato dalla città di Roma e dai suoi territori di conquista nel periodo compreso tra il VI e il I secolo a.C. Piccola città del Lazio, Roma si proietta verso la conquista e l'assoggettamento dell'intero bacino del Mediterraneo e oltre, fino a diventare una potenza mondiale. Il libro sintetizza le complesse vicende politiche, sociali ed economiche che hanno segnato la vita della repubblica dai suoi esordi alla fase conclusiva: la caduta della monarchia, le guerre contro i nemici esterni, la fondazione delle colonie, il flusso delle ricchezze, l'ingresso di nuove classi nella vita politica. Sono infine delineate le ragioni della decadenza, con il progressivo accentramento del potere in poche mani, l'acutizzarsi delle crisi sociali e l'indebolimento delle istituzioni repubblicane, che apriranno la strada all'impero.
L'ascesa di Cesare avvenne all'insegna della sfida alle istituzioni e di una attenta valutazione di opportunità e alleanze. Giovane militante del partito avverso a Silla, alla sua vittoria dovette riparare all'estero per rientrare a Roma solamente alla morte del dittatore. Prima questore e poi magistrato edile, pontefice massimo e pretore, Cesare si servì delle cariche repubblicane per acquisire visibilità, divenendo molto popolare anche tra la plebe. Governatore della Spagna, poi console, egli strinse nel primo triumvirato un'alleanza politica con Pompeo e Crasso, ma al ritorno dalle vittoriose campagne di Gallia divenne personaggio ingombrante. La sua uccisione aprì la strada all'impero di Augusto.