DESCRIZIONE: Quando nel 1930 apparve questo breve e denso scritto, Hans Jonas era un brillante ma ancora sconosciuto allievo di Martin Heidegger e Rudolf Bultmann, da poco addottoratesi presso l'Università di Marburgo con una dissertazione su Il concetto di gnosi.
L'indagine riguarda Agostino e le differenti modalità con cui quest'ultimo interpreta un importante e dibattuto passo tratto dal settimo capitolo della Lettera ai Romani di Paolo (Rom. 7, 7-25): il rapporto tra legge e grazia che vi emerge è da attribuire all'homo sub lege, come Agostino intendeva nella prima fase del suo pensiero, oppure all'homo sub grafia, come invece egli sosterrà nella successiva disputa antipelagiana?
Jonas sorprende in Agostino la perdita di quella concezione autentica dell'esistenza, sottesa al testo paolino e presente in parte anche nella sua prima interpretazione: ciò avviene con la sottolineatura agostiniana della centralità della grazia per l'esercizio dell'agire buono, opposta alla possibilità pelagiana che l'uomo adempia da sé al comandamento divino. Secondo Jonas prendono qui forma le nozioni di volontà e libertà che saranno comuni a tutto il pensiero occidentale, e non a caso il sottotitolo della prima edizione di questo scritto era: «un contributo filosofico alla genesi dell'idea cristiano-occidentale della libertà».
COMMENTO: La prima grande opera di Jonas su Agostino, l'interpretazione di Paolo, i problemi della libertà e del male, il confronto con il pelagianesimo.
HANS JONAS (1903-1993), allievo di Heidegger e Bultmann all'Università di Marburgo, è stato uno dei massimi specialisti dello gnosticismo e tra i maggiori filosofi della seconda metà del Novecento. Tra le sue opere in italiano ricordiamo: Lo gnosticismo; Dalla fede antica all'uomo tecnologico; II principio responsabilità; II concetto di Dio dopo Auschwitz. Presso la Morcelliana: Scienza come esperienza personale. Autobiografia intellettuale (1992).