Nell'ampio panorama della produzione junghiana, il ?Mysterium coniunctionis" rappresenta l'opera più importante degli ultimi anni. Oggetto di questi studi che tennero impegnati Jung per oltre trent'anni è la tradizione alchemica. È proprio grazie all'alchimia che riuscì ad agganciare le esperienze e intuizioni acquisite mediante la sua diretta e personale «discesa nell'inconscio» a un materiale parallelo e disponibile obiettivamente. Per Jung l'alchimia non rappresenta soltanto l'antecedente storico della moderna psicologia del profondo, ma soprattutto, con il suo infinito serbatoio di simboli e immagini, costituisce la prima rappresentazione di quegli archetipi sui quali ha innalzato l'edificio della psicologia analitica.
Questo volume presenta la traduzione italiana dell’ottantina di lettere che il curatore tedesco, lo psicoanalista C.A. Meier, è riuscito a reperire tra quelle scambiate nel periodo che va dal 1932 al 1957, fra Wolfgang Pauli, uno dei fisici teorici di punta della stagione della fisica di rottura della prima metà del secolo scorso e Carl Gustav Jung, fondatore della psicologia analitica che a sua volta presenta punti di rottura e di avanzamento rispetto alla psicoanalisi ortodossa.
E’ stato un confronto vivo e vero, nel corso del quale ognuno dei due studiosi, teso a capire le ragioni e i modi di pensare dell’altro, si è spinto al di là del già noto, tanto da creare un linguaggio comune o, come gli stessi autori dissero, una “correspondentia” capace di intercettare i punti di contatto tra i concetti più nuovi dell’ermeneutica junghiana, quali la sincronicità, l’archetipo, lo psicoide ecc. e i concetti altrettanto nuovi della fisica quantistica in formazione, di cui Pauli è stato un grande protagonista. Da questa comune tensione è nato un esempio notevole e forse unico di dialogo tra studiosi di discipline apparentemente molto distanti fra loro, dialogo che avvenne nel corso di lunghi e faticosi anni di elaborazione e reciproca formazione.
Non tutti sanno che il padre della psicologia analitica è stato anche un grande scrittore. O, se vogliamo, uno scrittore "tout court". Da poco è stato rivelato al mondo lo scrigno nascosto in quel "Libro rosso", tenuto nascosto per quasi un secolo, e che ha dimostrato ancor di più la forza espressiva e immaginifica della prosa di Jung. In questo libro che ha l'agilità di una piccola enciclopedia portatile, sono state raccolte brevi formule tratte dalla sua intera opera, folgoranti battute (di spirito e non) che dimostrano la capacità di concentrare un pensiero in pochi giri di dense parole, di andare oltre il ristretto ambito specialistico della psicoterapia e di divagare attraverso i percorsi più stravaganti su argomenti insoliti e spesso molto eccitanti. Jung interroga per noi il diavolo, la vita, il corpo, la colpa, il dolore e ci restituisce in una sola frase tutto il senso della sua esperienza umana e intellettuale
Il tomo secondo completa l'apparato di strumenti di consultazione e di approfondimento che è parte essenziale dell'edizione italiana delle 'Opere'. Il volume contiene: Riferimenti bibliografici presenti nelle 'Opere'; Indice degli autori citati; Indice dei casi clinici; Indice dei sogni; Indice dei simboli; Indice dei miti, favole e leggende; Indice delle opere d'arte e letterarie; Indice dei periodici; Indice dei nomi di persona; Indice generale degli argomenti.
Con questo primo tomo (e con il secondo, che seguirà in tempi brevi) si completa l'edizione italiana delle "Opere" di Jung. Le bibliografie degli scritti, delle lezioni e seminari, delle lettere, così come gli altri apparati, seguono criteri originali espressamente concepiti per questa edizione, e costituiscono nell'insieme uno strumento indispensabile per quanti si accostano a Jung con intenti di studio e di approfondimento. Sono di particolare interesse le tavole di concordanza con le pagine delle edizioni inglese e tedesca degli scritti.
Gli scritti raccolti nel primo volume delle "Opere di C.G. Jung" risalgono agli anni 1900-05. Sono gli anni del Burgholzli, l'ospedale per malattie mentali diretto da Bleuler, in cui Jung svolse un'intensa attività psichiatrica, fondata sulla ricerca di una comprensione dall'interno della personalità squilibrata. Questi scritti dimostrano quanto sia inesatto il rimprovero, talora mosso a Jung, di scarsa fedeltà ai dati sperimentali. A partire dalla sua tesi di laurea sulla "Psicologia e patologia dei cosiddetti fenomeni occulti", Jung si dimostra osservatore e terapeuta in un senso originale, ancorato saldamente a un metodo empirico, accogliente qualsiasi accadimento psichico con disponibilità e rispetto totali.
Nell'antichità gli alchimisti furono sempre considerati con sospetto. Se il potere civile li mise fuori legge, quello religioso li bollò con la scomunica. Non c'è da stupirsi quindi che siano stati costretti da sempre a usare un linguaggio cifrato che li condannò all'incomprensione da parte dell'opinione pubblica. Jung, che studiò per circa un trentennio i testi alchemici, rivoluziona qui la prospettiva da cui osservare i contenuti di quest'Arte. Nei saggi che compongono il volume, incentrati sia su personaggi di alchimisti famosi, sia anche sui principi dell'alchimia cinese, l'interesse di Jung si rivolge alle espressioni simboliche dell'alchimia, in cui egli vede proiettati contenuti archetipici.
"Questo libro che in italiano prende il titolo dal problema dell'inconscio, costituisce in tutti i sensi la più efficace e piena introduzione per la lettura di Jung e il testo che meglio ne indica l'evoluzione del pensiero. I primi capitoli, forse i più interessanti e i più validi, dimostrano come la maggiore aderenza ai temi della psicologia venga espressa in primo luogo da un linguaggio cauto, spesso dubitativo, estremamente critico e problematico nei confronti delle sue stesse asserzioni. Gli ultimi saggi contenuti in questo volume indicano invece la via per speculazioni più ardite, pur senza staccarsi completamente da una terminologia psicologica" (dalla Prefazione di Giovanni Jervis).
Verso la fine degli anni venti Jung scopre singolari affinità tra antichi simboli cinesi e i sogni dei suoi pazienti: inizia così a studiare i testi alchimistici. Dopo quindici anni di lavoro pubblica questo volume. La tradizione alchimistica e la pratica analitica hanno in comune il tentativo di creare una realtà nuova e superiore: da una parte l'oro, la pietra filosofale, dall'altra la "presa di coscienza" della psicologia moderna. L'alchimia in sostanza è espressione di una pulsione a trasformare la materia prima dell'esperienza in conoscenza. Jung allarga la sua indagine alla saggezza orientale e a esperienze culturali che hanno una radice comune, mostrando come le scoperte scientifiche possano in realtà essere il ritrovamento di universali esperienze.