Per decenni le differenze di temperamento sono state attribuite a fattori esclusivamente ambientali. Quando le teorie di Freud imperavano, le differenze nella risposta emotiva e comportamentale delle persone venivano tutte legate a esperienze vissute, alla condizione familiare, a traumi subiti nel corso della prima infanzia. Jerome Kagan dopo aver organizzato il più grande esperimento di psicologia al mondo, seguendo passo passo centinaia di persone per oltre vent'anni, rovescia qui la prospettiva e mette in risalto la base biologica del temperamento, mostrando come una parte importante del carattere sia invece direttamente influenzata dalla struttura genetica. Ma se è vero che c'è una base ereditaria è anche vero che le esperienze sono in grado di modellare una buona parte del nostro carattere. I progressi compiuti negli ultimi cinquant'anni hanno rivelato la straordinaria complessità di queste tendenze biologiche e la necessità di combinare la biologia con l'esperienza per poter spiegare gli stati d'animo tipici di una persona, le sue reazioni alle sfide, le sue abitudini quotidiane. "La trama della vita" è la prima approfondita prova di questo rinnovato campo di studi.
Come diventiamo quello che siamo? In che modo i geni e l'esperienza plasmano ciò che portiamo nel mondo? Veniamo al mondo con potenzialità immense. Davanti a noi si aprono percorsi di sviluppo apparentemente infiniti. Molto presto, però, questa infinità viene meno e cominciamo a esibire i tratti unici dovuti al nostro patrimonio genetico e culturale. In che modo le esperienze plasmano ciò che portiamo nel mondo? Jerome Kagan esplora il rapporto fra biologia e ambiente passando in rassegna i progressi più significativi degli ultimi trent'anni nel campo della psicologia dello sviluppo. Lungo il cammino si interroga, fra l'altro, sull'odierna infatuazione per le neuroscienze, sui fondamenti delle teorie dell'attaccamento genitoriale, sulla diffusa tendenza a patologizzare il comportamento dei giovani. Questo libro è il risultato delle ricerche compiute nell'arco di un'intera vita da uno studioso deciso a scoprire come si diventa ciò che si è. L'opera si rivelerà una guida sia per i giovani genitori desiderosi di comprendere quale influenza possano avere i loro geni e il mondo sul proprio bambino, sia per l'educatore motivato a costruire relazioni proficue con i propri allievi, sia, più semplicemente, per chiunque voglia addentrarsi in questa affascinante tematica.
"Fuori contesto". Si chiama così la terra di nessuno delle astrazioni indimostrate in cui vagolano da tempo i fantasmi della psicologia, ossia della disciplina che più di altre dovrebbe invece indagare gli esseri umani nella loro viva, singolare concretezza. A cacciare i fantasmi con intrepido fervore è proprio uno psicologo. Pochi come Jerome Kagan conoscono dall'interno le dinamiche dei progetti di ricerca e sono in grado di additare autorevolmente i preconcetti che ne viziano i risultati. Una miriade di studi empirici iperfinanziati e manuali diagnostici a diffusione universale condividono un identico cono d'ombra, perché si ostinano a ignorare la significatività - per gli stati mentali -dell'appartenenza culturale, della collocazione sociale e delle storie di vita degli individui. Esaminare le emozioni, i sentimenti e i comportamenti fidando soltanto nelle dichiarazioni verbali dei soggetti intervistati, misurare le relative attività cerebrali senza tener conto dei setting specifici, o invocare un'origine monocausale, perlopiù genetica, per le patologie psichiatriche sono procedure avventate, che finiscono con l'oscurare evidenze incontrovertibili e alterare i dati. Il benessere soggettivo descritto da una donna povera del Nicaragua non potrà essere calcolato sull'indice di felicità di un avvocato parigino; gli americani depressi di origine cinese non risponderanno a un questionario sulla depressione, ritenuta stigmatizzante.
Nel 1959 Charles P. Snow tenne la sua ormai famosa Rede Lecture all'Università di Cambridge, sul tema de Le due culture, una riflessione sull'accademia basata sul presupposto che esistessero due soli tipi di cultura: le arti e le discipline umanistiche da una parte e la scienza dall'altra. Da allora è emersa una terza cultura, generalmente detta delle "scienze sociali", che comprende discipline come la sociologia, la scienza politica, l'economia e la psicologia. Il libro di Jerome Kagan si propone dunque di descrivere gli assunti, il vocabolario, i contributi e i limiti di ciascuna di queste culture. Fa emergere le differenze tra i significati di molti dei concetti usati da ognuna nel proprio campo e non immediatamente trasferibili ad altri, passa in rassegna i vari criteri di indagine e i risultati conseguiti nella ricerca della verità. Evidenzia gli apporti dati anche dalle scienze sociali e dalle discipline umanistiche alla nostra comprensione della natura umana e mette in discussione il diritto di predominio di una delle tre culture sulle altre, come è successo alle scienze naturali con i grandi investimenti in fisica, chimica e biologia molecolare. L'obiettivo è quello di ristabilire un equilibrio tra i rispettivi campi della conoscenza, con le conseguenze teoriche ma anche pratiche che questo comporta. Si tratta di un'analisi dello stato della cultura per fare chiarezza sulla realtà accademica italiana di oggi e di domani.
Fin dalle prime settimane di vita ogni bambino mostra una sua impronta particolare. I bambini non nascono uguali e non reagiscono allo stesso modo al mondo che li circonda: c'è quello che si agita al primo rumore, quello che piange inconsolabile e quello che reagisce con flemma anche di fronte a situazioni impreviste. Questione di temperamento, si dice. Ma come saranno da grandi questi bambini? Partendo da questa domanda, Jerome Kagan ha organizzato il più grande esperimento di psicologia al mondo, seguendo passo passo centinaia di persone per oltre vent'anni, dalla culla all'età adulta. Il libro è il risultato di questa straordinaria ricerca. Per decenni le differenze di temperamento sono state attribuite a fattori esclusivamente ambientali. Quando le teorie di Freud imperavano, le differenze nella risposta emotiva e comportamentale delle persone venivano tutte legate a esperienze vissute, alla condizione familiare, a traumi subiti nella prima infanzia. Kagan rovescia qui la prospettiva e mette in risalto la base biologica del temperamento, mostrando come una parte importante del carattere sia invece direttamente influenzata dalla struttura genetica. Ma se è vero che c'è una base ereditaria è anche vero che le esperienze sono in grado di modellare una buona parte del nostro carattere. Il temperamento è come un blocco di pietra nello studio di uno scultore: le caratteristiche della pietra restringono la gamma di forme che lo scultore può ricavare, ma lasciano ampio margine alla creatività.