«Mosso da uno slancio più da innamorato che da militante – ma si può anche diventare soldati per amore – mi autorizzo a dissertare solo in virtù dell’appartenenza al cattolicesimo, a quella Chiesa visibile e invisibile, di pietre e Spirito, nella sua duplice dimensione orizzontale e verticale. Di questa Chiesa non sono né un notabile né un funzionario, ma un semplice ostinato fedele che non ha nulla di distintivo rispetto alla folla degli altri fedeli. Il mio zelo è invisibile, discreto, non soggiogante: questo libro ne sarà – credo – l’unica testimonianza esteriore. Questa appartenenza mi conferisce e mi accorda una libertà inaudita. Una libertà di cui non avevo mai avuto prima la benché minima idea, e neppure il presentimento. È solo di questa libertà che voglio parlare».
Destinatari
Un vasto pubblico di religiosi e laici, credenti e non.
Punti forti
L'autore è una delle voci più importanti del panorama cattolico francese, impegnato in un volume agile e di alto valore culturale.
L’autore
Nato nel 1951, a Parigi, Patrick Kéchichian è stato giornalista e critico letterario del quotidiano «Le Monde» per oltre venticinque anni. Oggi collabora con molti giornali e periodici, fra cui «La Croix», «La Revue des deux mondes» e «Art Press». Ha pubblicato: Les usages de l’éternité. Essai sur Ernest Hello (1993); Les origines de l’alpinisme. Exercises spirituels (2001); L’aiguille de minuit. Carnets de l’alpiniste (2004); Des princes et des principautés. Pamphlet (2006). Infine, con il filosofo e teologo Stanislas Breton e con Philippe Morel, professore di storia dell’arte, La conversion de Paul (2001).