Questa è la storia di un ragazzo che tutti chiamano Demon Copperhead, un eroe dei nostri tempi. Un ragazzo che può contare solo sulla bella faccia ereditata da suo padre, una criniera di capelli color rame, lo spirito aguzzo e il vizio di sopravvivere. Il suo esordio nell'universo - mamma di diciott'anni che partorisce sola con una bottiglia di gin, anfetamine e oppioidi -, in una casa mobile sperduta negli Appalachi meridionali, dà il la a ciò che verrà dopo. Demon inizia la sua corsa a perdifiato attraverso la vita, sfreccia per le selve oscure dell'affido, del lavoro minorile, delle scuole fatiscenti, fino al sogno, e poi all'ebbrezza del successo atletico, con la conseguente caduta nella dipendenza. Nel mentre, si ossessiona con gli eroi della Marvel, si disegna i suoi fumetti riempiendoli di cattivi veri, si inerpica per le vette vertiginose del grande amore e sprofonda nel dolo - re straziante della perdita. Attraverso tutto questo, Demon deve combattere, armato del suo caustico umorismo e poco altro, contro la propria invisibilità in un mondo dove persino i suoi amati supereroi hanno abbandonato le terre selvagge per la città. La sua voce è quella di una generazione di ragazzi perduti, nati in posti splendidi e maledetti che neanche per un istante concepiscono di abbandonare. Ma Demon è un combattente, un sopravvissuto, come era un sopravvissuto David Copperfield nella sua disgraziata Londra. Barbara Kingsolver si ispira all'opera iconica di Dickens con questo romanzo vincitore del Pulitzer, ambientato nel Sud degli Stati Uniti, per gettare luce sulle vite marginali di oggi, con la stessa rabbia, la stessa profonda compassione. La stessa fiducia nel potere di trasformazione di una bella storia.
È il 1960, l'anno in cui il giovane Kennedy porta via la poltrona al paterno generale di nome Ike, una scimmia vola nello spazio a bordo di un razzo americano e il mondo intero ruota attorno a un asse chiamato Congo. Lo stato dell'Africa centrale, liberato dalla dominazione coloniale belga, precipita nel Grande Gioco della guerra fredda tra le superpotenze, diventando meta di avventurieri, spie e missionari provenienti da ogni parte del globo. Nessuno stupore perciò se in quell'anno del Signore, nella foresta nei pressi di Kilanga, dove gli alberi crescono a dismisura come possenti animali, i viticci strangolano i loro simili nella lotta senza fine per la luce e i serpenti occhieggiano tra i rami, una donna e quattro ragazze bianche procedano come boccioli esangui lungo un sentiero. La donna, gli occhi chiari, l'andatura decisa, i capelli scuri raccolti in un logoro fazzoletto di pizzo, si chiama Orleanna Price, battista del Sud per matrimonio avendo sposato un predicatore, anzi uno di quei predicatori dalla furia così potente da far invidia a quella dell'inferno. Le ragazze che le marciano dietro sono le sue figlie, quattro ragazze strizzate in corpi tesi come archi verso la gloria o la dannazione: le due bionde - Ruth May, piccola e vivace e Rachel, imperiosa e bella come la Rebecca biblica, la vergine al pozzo - le due brune, identiche come gocce d'acqua, Leah che procede a passo spedito, e Adah che trascina i piedi con andatura molle.