In una notte di mezza estate si intersecano, come in una féerie, due storie di seduzione, separate da più di duecento anni e oscillanti vertiginosamente fra l'inebriante e l'esilarante.
Un "romanzo in forma di variazioni" calamitato da un tema: "la lotta dell'uomo contro il potere e la lotta della memoria contro l'oblio".
"C.S.: Lei non ha parlato quasi per nulla del "Valzer degli addii". "M.K.: Eppure è il romanzo che in un certo senso mi è più caro. Come "Amori ridicoli", l'ho scritto con più divertimento, con più piacere degli altri. In un altro stato d'animo. Anche molto più in fretta. "C.S.: Ha solo cinque parti. "M.K.: Si fonda su un archetipo formale del tutto diverso da quello degli altri miei romanzi. E' assolutamente omogeneo, senza digressioni, composto di una sola materia, raccontato con lo stesso tempo, è molto teatrale, stilizzato, basato sulla forma del vaudeville." (Milan Kundera, "L'arte del romanzo")
"Il suo romanzo ci dimostra come nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile. Forse solo la vivacità e la mobilità dell'intelligenza sfuggono a questa condanna: le qualità con cui è scritto il romanzo, che appartengono a un altro universo da quello del vivere" (Italo Calvino). "Chi è pesante non può fare a meno di innamorarsi perdutamente di chi vola lievemente nell'aria, tra il fantastico e il possibile: mentre i leggeri sono respinti dai loro simili e trascinati dalla "compassione" verso i corpi e le anime possedute dalla pesantezza. Così accade nel romanzo: Tomás ama Tereza, Tereza ama Tomás: Franz ama Sabina, Sabina (almeno per qualche mese) ama Franz; quasi come nelle Affinità elettive si forma il perfetto quadrato delle affinità amorose". (Pietro Citati).