Lanaro traduce in terza persona il diario intellettuale di uno storico che da trenta anni prova smarrimento davanti alla pagina bianca ogni volta che ha terminato di raccogliere materiali. Il suo è un problema di scrittura, insomma. Ma scrittura non vuol dire solo efficacia comunicativa, rigore di argomentazione, eleganza stilistica, rapporto corretto con le fonti: vuol dire anche confronto con le tecniche adoperate da altri, con i testi che difficilmente si lasciano sopraffare, con tutti i generi letterari improntati alla narrazione di accadimenti reali, con l'angoscioso problema dei silenzi, delle rimozioni e dei tabù imposti da una qualsiasi censura collettiva.