Leggendo queste venticinque interviste, insieme alle precedenti cinquanta, si ha la percezione che la poesia, come un’araba fenice, abbia la capacità di sorgere, e di risorgere, nelle situazioni, nei tempi e nelle latitudini più diverse e incredibili. Può accadere che dalla assurda esperienza di Auschwitz, dopo la quale, secondo Adorno, non poteva più nascere poesia, nascano i versi straordinari di Todesfuge di Paul Celan; che i rigori del lungo inverno russo suscitino onde di grande poesia; che la guerra, e le sue tragedie, ispirino la poesia di Trakl o quella di Quasimodo; che la lotta di liberazione infiammi l’animo di Darwish; che gli amori e le passioni scaldino i cuori di Byron e della Sexton, della Barrett Browning come di Machado; che il dolore cupo si annidi nell’animo di Esenin come in quello della Rosselli; o che l’ironia e il sarcasmo muovano le pagine, diversissime, di Brecht o della Menicanti.
Incontri con:
Ingeborg Bachmann
Elizabeth Barrett Browning
Andrej Belyj
Bertolt Brecht
Iosif Brodskij
Emily Brontë
George Gordon Byron
Giorgio Caproni
Paul Celan
Velimir Chlebnikov
Mahmoud Darwish
Sergej Esenin
Nikolaj Gumilëv
Attila Jozsef
John Keats
Antonio Machado
Daria Menicanti
Boris Pasternak
Salvatore Quasimodo
Ghiannis Ritsos
Amelia Rosselli
Anne Sexton
Percy Bisshe Shelley
Georg Trakl
Walt Whitman