Tra il 1791 ed il 1809 l'abate Luigi Lanzi tenne un epistolario con il confratello, amico e collaboratore Mauro Boni. Nel carteggio dava conto, tra l'altro, degli studi da lui effettuati in quell'arco di tempo: l'abate consegnò infatti alle stampe le due edizioni bassanesi della Storia pittorica (1795-1796 e 1809), un testo fondamentale per la storiografia artistica, oltre a numerose opere di carattere antiquario e spirituale. Inoltre, nell'epistolario lanziano compaiono riferimenti alle maggiori personalità del mondo erudito a cavallo tra Sette e Ottocento, legate soprattutto all'ambiente veneto-friulano. Le missive del Lanzi sono qui raccolte e presentate per la prima volta, insieme ad alcuni saggi introduttivi. Un ricco commento critico aiuta a chiarire i passaggi più significativi e ad approfondire gli argomenti trattati, relativi soprattutto all'arte medievale.
Nel corso del 1793 l'abate Luigi Lanzi visitò le regioni dell'Italia settentrionale alla ricerca di notizie artistiche utili per la nuova edizione della sua "Storia pittorica" che, edita nel 1795-96, amplierà, introducendo nuove scuole, i precedenti fortunati volumi dedicati solamente all'Italia "inferiore". Durante tali esplorazioni ebbe come fedeli compagni di viaggio e preziosi strumenti di lavoro alcuni quaderni, ora conservati alla biblioteca degli Uffizi, nei quali raccolse le informazioni che emergevano dalle minuziose ricognizioni. Di queste fa parte il "Taccuino lombardo", dedicato non solo alla Lombardia, ma anche a parte dell'Emilia e del Veneto. Si tratta di un documento di grande importanza, che permette di far luce sull'opera del Lanzi e, al contempo, costituisce un'essenziale fonte per la conoscenza dell'arte lombarda, presentando un lucido e attento esame della produzione figurativa di quella "scuola", di cui sono ricordati tutti i principali centri artistici.