Alle 21.40 del 13 novembre 20l5, un commando di tre terroristi legati all'ISIS fa irruzione nel teatro Bataclan sul Boulevard Voltaire di Parigi. Sono armati di kalashnikov e cinture esplosive. Nelle ore successive uccidono 130 persone di 26 diverse nazionalità e ne feriscono circa 360. Fra queste, un unico scrittore, Erwan Larher, che si era recato da solo al concerto degli Eagles of Death Metal: Lahrer riceve due devastanti colpi di kalashnikov. Per un anno, Lahrer rifiuta interviste e dichiarazioni pubbliche sull'accaduto. Poi comprende di avere il dovere di raccontare, lui che racconta per mestiere. Ma cerca di farlo nel modo più giusto: creando un libro che non sia né moralista né emotivamente ricattatorio: un libro - a metà fra romanzo e testimonianza - in cui ospitare, oltre al proprio, il punto di vista di altri: gli amici, il padre, una nuova compagna, che scrivono alcuni brevi capitoli raccontando la loro esperienza di quella terribile notte e l'angoscia per l'amico, il figlio, l'amante ferito.