Alla fine del XIX secolo la Francia è spaccata in due sull'Affaire Dreyfus, l'ufficiale ebreo ingiustamente condannato per alto tradimento. È soltanto l'iceberg di una questione antisemita più radicata. Fra i primi a sollevarsi in difesa di Dreyfus c'è Bernard Lazare, un giovane intellettuale di idee anarco-socialiste, pure lui ebreo, che proprio negli stessi anni dà alle stampe un saggio in due volumi sull'antisemitismo dove, fra le altre cose, imputa agli ebrei una parte di responsabilità nell'origine del fenomeno, come conseguenza del loro "comportamento asociale". In realtà, l'Affaire Dreyfus è l'inizio di una presa di coscienza per Lazare della condizione di "paria" in cui versa l'ebreo nelle società europee tra fine Ottocento e primo Novecento.