La "Psicologia delle folle", edita nel 1895, costituì e costituisce tuttora una vera e propria miniera d'oro per chi vuole comprendere il comportamento della folla. Lenin, Stalin, Hitler lessero meticolosamente l'opera di Le Bon e l'uso di determinate tecniche di persuasione nella loro dittatura sembra trarre ispirazione dai suoi consigli. "Qualsiasi bugia, se ripetuta frequentemente, si trasformerà gradualmente in verità". (Hitler). Perfino Mussolini fu un fervido ammiratore dell'opera dello psicologo francese. "Ho letto tutte le opere di Le Bon - diceva - e non so quante volte abbia riletto la sua 'Psicologia delle folle'. È un'opera capitale alla quale ancora oggi spesso ritorno". Il moderno dittatore, secondo Le Bon, deve saper cogliere i desideri e le aspirazioni segrete della folla e proporsi come l'incarnazione di tali desideri e come colui che è capace di realizzare tali aspirazioni. Ciò che conta non è portare a compimento tali improbabili sogni quanto far credere alla folla di esserne capace: "Nella storia - aggiunge Le Bon - l'apparenza ha sempre avuto un ruolo più importante della realtà". Un testo incredibilmente attuale che ogni cittadino, per non divenire 'mera parte di una massa facilmente manovrabile' dovrebbe conoscere.
Pubblicato nel 1895, questo studio seppe cogliere i primi segnali dell'entrata in scena di un nuovo attore sociale: la folla, soggetto e, al contempo, oggetto dell'operare politico. Degradato a manuale precettistico, fu "livre de chevet" di dittatori e aspiranti tali durante gli anni Venti del Novecento. Ma nelle sue parti più vitali, nelle sue numerose intuizioni, in un certo profetismo, questo libro inaugura l'epoca di una nuova autoconsapevolezza dell'uomo.