Nelle pagine di questo diario spirituale l'autore, con semplicità, autoironia ed una rara capacità di introspezione, ci presenta quella che potremmo definire la testimonianza unica di un'esperienza a diretto contatto con quella spiritualità indiana lontana dagli «swami propaganda» o dai «mercanti di advaita», ma fatta di quei «santi» il cui destino non è stato quello di essere conosciuti dal mondo. In un racconto scorrevole e avvincente ma allo stesso tempo incredibilmente profondo, con un'alternanza di slanci lirici, dialoghi intensi e sconvolgenti e situazioni umoristiche, il monaco benedettino Henri Le Saux, noto col nome di Abhishiktananda, ci accompagna nella sua «iniziazione alla vita monastica hindu». Egli abbandona poco a poco ogni pregiudizio ed ogni bagaglio intellettuale e la Montagna infine lo ripaga riconoscendolo come «uno dei suoi»
Destinatari
Chi è interessato ai valori anche di altre religioni e in particolare alle differenze, ma anche alle somiglianze tra cristianesimo e induismo.
Autore
Henri Le Saux (1910-1973) vero pioniere del dialogo tra cristianesimo e induismo, riuscì a penetrare a fondo nella spiritualità indiana, adottando il radicale modello monastico del sannyasa fino a essere riconosciuto dagli stessi hindu come uomo di Dio. Dopo un lungo periodo trascorso nell'India del sud, segnato dall'incontro con i santi indiani Ramana Maharshi e Sri Gñanananda, negli ultimi anni si ritirò in un eremo sull'Himalaya, alle sorgenti del Gange. Il suo sentirsi profondamente cristiano e nello stesso tempo profondamente hindu fu da lui sempre vissuto come una lacerazione interiore fino alla folgorante e risolutiva esperienza del «risveglio» che lo colse pochi mesi prima di morire.