"Il viaggiatore incantato" ha ispirato un celebre saggio a Walter Benjamin, che vi individuava la figura del narratore come colui che trasforma l'esperienza propria o altrui in esperienza di coloro che lo ascoltano. Su un battello che naviga sul lago Ladoga, il "viaggiatore incantato", dalla "gradevole e manierata voce di basso" racconta le peripezie della sua esistenza: avventure che sembrano piombare su di lui come accidenti della natura. Storie dove entrano ed escono di scena vagabondi e prostitute, padroni e mercanti, principi e cavalieri nomadi. Nell'"Angelo sigillato" invece Accusato ingiustamente da un funzionario zarista, un piccolo gruppo di "vecchi credenti" deve accettare che le autorità confischino e sigillino con la ceralacca il volto della più bella e venerata delle loro icone. Solo con l'aiuto di un ingegenere inglese, i pacifici settari riusciranno a riavere il loro amato cimelio.
Su un battello che naviga sul lago Ladoga, il "viaggiatore incantato", dalla "gradevole e manierata voce di basso" racconta le peripezie della sua esistenza: avventure mai cercate che sembrano precipitare su di lui come eventi della natura. Storie dove entrano ed escono di scena vagabondi e prostitute, padroni e mercanti, principi e cavalieri nomadi. Storie che assomigliano ad un pulviscolo vorticoso.
"Una famiglia decaduta", scritto nel 1874, è forse il romanzo in cui Leskov riconosce più chiaramente l'attimo tremendo che lega la gioia allo sconforto, quando la felicità si comincia a fare desiderio e timore. E' l'esistenza nella sua pienezza, la semplicità assoluta degli uomini a raccontare come la vita, quanto più ricolma, già decada e dia conto di una fatica ineluttabile, dello sconforto per ciò che deve fallire. E' proprio questa verità, ripetuta in filigrana, pagina dopo pagina, a commuovere i lettori.