"Gente luoghi vita" di Arrigo Levi è il quinto volume della collana "Classici del giornalismo", dedicata ai maestri di una grande epoca dell'informazione. Cronache, reportage, inchieste, interviste, articoli di fondo toccano i temi cruciali del Novecento e del XXI Secolo: la Guerra Fredda, la democrazia, il rischio totalitario, il destino del capitalismo e dell'economia mondiale, i rapporti Est-Ovest, l'America, l'Europa, Israele, la Palestina, la pace, la fede, il pericolo di una nuova Hiroshima. Consentono di scoprire il complesso laboratorio del cronista "mediatore" tra realtà complesse e i lettori: la scrittura, la cultura, lo studio continuo, la chiarezza per capire e far capire, il sostegno della storia per analizzare più a fondo il presente e intuire con realismo il futuro. Ma anche la trincea dell'intellettuale costretto dagli eventi a vivere, involontario protagonista, il giornalismo come "missione".
A coronamento di una carriera intensa e fortunata, Arrigo Levi si è accinto a scrivere il suo "come diventai giornalista" ma, si sa, la memoria ci porta dove vuole lei: così è nato questo limpido e sereno reincontro con le proprie origini, un racconto intessuto di riflessioni e ricordi, che rievoca il mondo felice della giovinezza, trascorsa in un'agiata famiglia della borghesia ebraica modenese, e poi le peripezie subite a causa dell'andata al potere del fascismo e delle leggi razziali, l'emigrazione in Argentina, il ritorno in patria, la partecipazione da soldato alla nascita di Israele, il decennio nell'Inghilterra di Churchill e di Giorgio VI, l'ingresso definitivo nel giornalismo. Ritessendo la tela della propria formazione, itinerante di paese in paese, Levi riflette anche sulla fede, sui totalitarismi, sulla tragedia della Shoah, e in pagine di lucida e spesso sorridente saggezza consegna al lettore una penetrante lezione sul Novecento.
Nel 1996 Arrigo Levi pubblicò un piccolo saggio intitolato "Le due fedi", dedicato agli amici delle comunità di Sant'Egidio, che lo avevano coinvolto in alcune loro iniziative ecumeniche. Conteneva le riflessioni, gli interrogativi e le risposte di uno spirito laico che non rinuncia alla propria indipendenza critica, ma accetta le sfide che il pensiero religioso pone ai credenti e non credenti. Da allora il dialogo e le occasioni di incontro si sono moltiplicati. Da tutto ciò nasce questo libro che riprende parzialmente il precedente saggio e continua la discussione.
In un momento nel quale tutti gli occhi sono puntati sulla situazione russa e sui possibili esiti della sua crisi politica ed economica, Arrigo Levi racconta e spiega, con gli occhi di un contemporaneo e di un cronista, la storia russa di questo secolo.
Il 1997 è stato l'anno che ha segnato una fase di arresto e crisi del processo di pace in Medio Oriente. Quando il dialogo tra israeliani e palestinesi (e paesi arabi) sembrava avviato, si è ricominciato a parlare di guerra. Di giorno in giorno, la situazione evolve nell'incertezza, in un'area dove il problema israelo-palestinese è solo uno dei fattori in gioco, a fianco ai pericoli di instabilità legati alla modernizzazione degli stati arabi, alla minaccia del fondamentalismo, alle ambizioni bellicose di dittatori come Saddam, ai conflitti tra gli stati arabi e tra le minoranze nazionali e religiose. Per comprendere la situazione Levi ha compiuto un viaggio d'inchiesta da cui è risultato questo rapporto.
Questo libro nasce dalle riflessioni suscitate nell'autore dal libro di Giovanni Paolo II "Varcare la soglia della speranza" e dall'intenso rapporto maturato negli ultimi anni con la comunità di Sant'Egidio. Il centro della riflessione di Levi è il possibile rapporto tra le "due fedi", cioè in primo luogo tra la fede cristiana e la "speranza" laica: per lui ebreo non credente e quindi particolarmente sensibile alle ragioni delle minoranze, alle verità non sancite dal dogma, diviene urgente cercare di osservare in profondità come le due fedi possono confrontarsi, ognuna col proprio apporto di moralità, di apertura verso gli altri, di appassionata ricerca di una ragione che giustifichi e riscatti l'azione dell'uomo nel mondo.