Importanti studi scientifici ipotizzano che il desiderio di viaggiare e di fare esperienze nuove risieda in un gene del Dna, il Drd4-7R. Ma non è necessario appellarsi a un fattore genetico per comprendere come la mobilità, l'esigenza di viaggiare sia un profondo bisogno di tutti. Lo abbiamo riscontrato durante i lockdown: improvvisamente ci siamo riscoperti runner incalliti, bisognosi di spazi aperti, amanti della natura, sostenitori dell'ambiente, ecologisti oltremisura. La verità è che noi, popolo vocato alla migrazione, non siamo mai riusciti a stare immobili: chi ha potuto non si è fermato, oppure è ritornato, o ancora è in attesa di andare come un velocista sulla linea di partenza. E ciò è vero per tutti i popoli, ancor più quando entrano in gioco esigenze di sopravvivenza. La mobilità come valore, come risorsa naturale, per chi si muove e per chi accoglie, per tutti noi che nasciamo «figli del vento»: è questo il faro che guida l'analisi svolta nel volume da Delfina Licata, grazie al lavoro e alle ricerche che da anni svolge per la Fondazione Migrantes. Prefazione di Andrea Riccardi.
Quanti sanno che nel 1931 durante l'inaugurazione della statua del Cristo Redentore di Rio de Janeiro l'illuminazione del grandioso monumento fu opera di Guglielmo Marconi che da Roma emise un apposito impulso radio? E quanti sanno che il primo navigatore che esplorò le coste del Brasile fu il fiorentino Amerigo Vespucci o che il nome Brasile fu utilizzato per la prima volta nel 1657 da Giovanni Martines cosmografo messinese? Queste curiosità insieme a tante altre storie sono raccontate in questo volume che ci descrive il profondo legame esistente tra l'Italia e il Brasile. "Si tratta - si legge nella Prefazione - di pagine arricchenti in cui trovare, accanto alla Storia dell'Italia, le storie di tanti italiani, illustri e non. Moltissimi sono gli aneddoti, altrettanto numerose le curiosità corredate da numeri non tediosi, ma che supportano il racconto di una specifica migrazione nazionale nella speranza che la conoscenza approfondita degli eventi possa essere occasione di riflessione e di reinterpretazione consapevole dei percorsi di vita individuali e collettivi".