La memoria è materia incandescente, per chi la racconta e per chi l'ascolta. Ma quando, come in questi tre testi di Giacoma Limentani raccolti sotto il titolo di "Trilogia", la memoria si fa letteratura siamo ben oltre la testimonianza: l'intreccio narrativo, lo stile, la lingua mescolano in modo sorprendente vicende personali e collettive, contingenti e millenarie, di quel mondo ebraico, e in particolare della realtà di una famiglia della comunità ebraica romana tra gli anni Quaranta e la fine del secolo scorso. "In contumacia" (1967), "Dentro la D" (1992) e "La spirale della tigre" (2003) mostrano quanto Limentani sia stata capace di elaborare una modalità di narrazione frutto di una ricerca che, distaccandosi dalle opere della cosiddetta "letteratura della Shoah", ci restituisce l'arco lungo di un tempo che torna su ciascuno e ciascuna, fatto di tragiche fratture e dolore inestirpabile, distanza e vicinanza, ironia e grande amore. Qui è la scrittura che si piega a ciò che vuole e può dire, lasciando l'indicibile tra le righe, trovando un suo stile personalissimo. Questi testi dunque risultano oggi di una potente attualità, non solo per il fascino della lettura o per i temi che trattano, ma anche per l'aderenza a un "Io" modernissimo, fratto, eppure capace di cogliere ogni sfumatura dell'anima, ogni interstizio sottaciuto della Storia. Prefazione di Lidia Ravera, postfazione di Stefania Lucamante.
L'affascinante storia raccontata nel libro di Ester è, in queste pagine, riletta da G. Limentani con la passione della narratrice e la simpatia di una donna nei confronti di un'altra donna che, per salvare il suo popolo dallo sterminio decretato dal fosco Aman, mette in atto un piano con cui smaschera il nemico del popolo e ottiene l'amore di predilezione del re Assuero, suo sposo. Il volume, come i precedenti della stessa serie, è impreziosito dai disegni del maestro F. Pennisi.
Gerusalemme è l?emblema della pace. Lo specchio che riflette da millenni la capacità o meno che ha l'umanità di conoscere l?Altro come fonte di pace e di vedere gli altri come immagine sulla terra di colui che unico può garantire la pace. Il volume, che contiene gli Atti del XVII Colloquio ebraico-cristiano di Camaldoli (Dicembre 1996), comunica, specie ai lettori non presenti, qualcosa di quella tensione che si respira nei "Colloqui di Camaldoli" e che da diciotto anni ormai prosegue ad entrare nella coscienza di laici e religiosi che hanno a cuore in Italia la faticosa costruzione della pace.