Secondo la definizione della IASP (International Association for the Study of Pain) e dell’Organizzazione mondiale della sanità, il dolore «è un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tessutale, in atto o potenziale…». C’è quindi, nel dolore, una componente percettiva, ma c’è anche una parte esperienziale che è lo stato psichico collegato alla percezione di una sensazione spiacevole. È questa la parte privata, interiore, che rappresenta, in fondo, la vera e propria esperienza del dolore. Ma esiste un senso nel dolore? Il dolore può colpire il corpo o la mente, compenetrare entrambi modificando irrimediabilmente la percezione del vivere. È senza dubbio uno dei più importanti e formativi aspetti dell’esistenza umana, declinato in vario modo da filosofi, religiosi, teorici e intellettuali e descritto da ogni essere umano con accezioni e sfumature differenti. Umberto Veronesi combatte quotidianamente il dolore del corpo e le sue ripercussioni sull’anima e, da conoscitore dell’evoluzione storica delle religioni, riflette sul significato del dolore nella storia e sulla propria esperienza di medico e di scienziato.